Cortei e tensioni a Parigi L’accusa di Hollande
Protesta per il vertice Onu tra i fiori e le candele in memoria delle vittime del terrore Lanci di molotov e pietre, la polizia usa i lacrimogeni. Centinaia di fermi e perquisizioni L’ira del presidente per gli incidenti: «Uno scandalo»
PARIGI In una delle sue peggiori giornate dopo gli attentati del 13 novembre, Parigi ieri ha visto una manifestazione vietata trasformarsi in uno scontro tra poliziotti in tenuta anti-sommossa e sedicenti militanti ecologisti. Campo di battaglia place de la République (a pochi metri dal Bataclan degli 89 morti), dove da giorni si era creato un memoriale spontaneo in onore delle vittime. Quando hanno finito con le molotov, i sassi e una boccia per il gioco della pétanque, i manifestanti con il volto coperto si sono messi a lanciare agli agenti le candele e i vasi di fiori deposti per i morti, finiti di seppellire due giorni prima.
«È uno scandalo», ha detto François Hollande, a Bruxelles per il vertice dell’Unione europea con la Turchia. «Sapevamo che si erano infiltrati elementi perturbatori, che peraltro non hanno niente a che vedere con i difensori dell’ambiente o con coloro che sperano nel successo della conferenza sul clima», ha aggiunto il presidente. «Il loro unico scopo è provocare incidenti».
Alla fine di scontri e inseguimenti durati tutto il pomeriggio la polizia ha arrestato 289 persone, 174 hanno passato la notte in cella. La piazza che l’11 gennaio ospitò l’oceanico corteo in difesa della libertà di espressione dopo la strage a Charlie Hebdo, e che è diventata il simbolo del dolore e dell’unità dei parigini nei giorni successivi al 13 novembre, ieri era colma dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia per disperdere la protesta non autorizzata.
La grande manifestazione sul clima avrebbe dovuto essere uno dei momenti forti della giornata inaugurale della conferenza Onu, ma è stata uno dei primi eventi cancellati dopo l’instaurazione dello stato di emergenza. Il ministero dell’Interno temeva che un grande corteo con centinaia di migliaia di persone potesse essere bersaglio di un nuovo attentato terroristico, mentre le forze dell’ordine erano già impegnate a garantire la sicurezza dei 148 capi di Stato e di governo — compreso il presidente Barack Obama — in arrivo a Parigi.
Nelle ultime ore si era aggiunto anche il timore che antagonisti violenti provocassero disordini, ed ecco perché due giorni fa 24 militanti sono stati assegnati a residenza obbligatoria in base alle norme dello stato di emergenza. Una misura che ha provocato molte polemiche, perché in Francia si sta aprendo il dibattito sui rischi di abusi: lo stato di emergenza è stato dichiarato per combattere contro il terrorismo jihadista, non per reprimere il dissenso.
«Il governo deve permettere alla mobilitazione sociale di esprimersi», ha protestato ieri Clémentine Autain, esponente della sinistra radicale. Ma la deputata verde Cécile Duflot ha ribattuto che i manifestanti di place de la République «sono dei teppisti che non hanno niente a che vedere con l’ecologia».
Prima che i violenti entrassero in azione, l’organizzazione non governativa Avaaz era riuscita a realizzare con successo un evento senza persone ma con migliaia di scarpe, poste in place de la République per simboleggiare la volontà di marciare comunque (secondo gli organizzatori anche il segretario dell’Onu Ban Ki Moon e papa Francesco hanno inviato le loro). Oggi si entrerà nel vivo delle discussioni a Le Bourget, alle porte di Parigi. La città è attraversata da centinaia di pattuglie, le misure di sicurezza sono eccezionali.