«Le leggi speciali minacciano la libertà Stringersi al tricolore non risolverà nulla»
Se va a fuoco una casa, non è che se i pompieri tengono d’autorità gli inquilini fuori dalla porta fino a che l’incendio non è spento, allora conculcano un diritto fondamentale: devono soltanto fronteggiare un’emergenza applicando scrupolosamente le norme di sicurezza. È vero che, applicato alle nazioni e ai diritti, l’«emergenza» è un concetto che va maneggiato con molta cura ed è sempre possibile fonte di arbitrio nonché pretesto per un esercizio abusivo del potere. Ma la guerra non è un’astrazione.
Anche le sirene che costringevano i cittadini a correre verso i rifugi anti-aerei potevano essere vissute come il simbolo di un’emergenza soffocante, ma le bombe martellavano le città veramente. Era la guerra. Una guerra diversa, ma pur sempre una guerra come quella che Parigi sta vivendo dal 13 novembre scorso. E se le autorità francesi vietano una manifestazione in occasione del summit sul clima che si tiene a Parigi, non soffocano un diritto inalienabile, ma applicano un Se le autorità vietano una manifestazione, applicano un criterio elementare di prudenza criterio elementare di prudenza. Di prudenza bellica, anche se bisogna calibrare l’uso delle parole e non alimentare il clima di guerra con un atteggiamento troppo spavaldamente e irresponsabilmente bellicoso.
Annie Ernaux, nell’intervista al nostro giornale, giustamente mette in guardia l’opinione pubblica stordita: attenzione a non snaturare la nostra patria dei diritti, attenzione a non sfigurare la democrazia e la libertà con misure d’emergenza che mortificano la vitalità democratica delle nostre società dandola vinta ai suoi nemici, ai fondamentalisti fanatici che odiano diritti e democrazia.
Sono preoccupazioni sacrosante. Ma esiste anche il buon senso. di emergenza?
«Può apparire necessario, io non ero affatto contraria subito dopo gli attentati ma poi è stato prolungato per tre mesi e forse sarà prorogato ancora. È una minaccia contro la libertà di tutti i cittadini e può accrescere la divisione della società. Sono stati messi in residenza obbligata 24 ecologisti che non hanno niente a che fare, evidentemente, con il terrorismo. E la Francia ha notificato al Consiglio d’Europa la possibile deroga ai diritti dell’uomo».
È delusa dalla patria dei diritti dell’uomo?
«Esiste l’idea di una Francia generosa e egalitaria, ma questi sono slogan. L’avvenire è preoccupante». Che cosa teme di più? «Altri attentati, ovviamente. Comunque non vivo nella paura, abito fuori Parigi e prendo il metro come sempre, ma i vagoni Esiste anche l’impossibilità di comprendere l’urgenza di attizzare scontri con la polizia francese, facendo di Parigi il teatro di un’assurda guerriglia urbana. La guerriglia durante la guerra, ma perché? Se servono forze di polizia e di sicurezza davanti a un qualunque teatro Bataclan, perché sottrarre forze, energie e attenzione per ripetere sempre lo stesso identico copione degli scontri, dei Perché sottrarre forze, energie e attenzione per ripetere lo stesso identico copione degli scontri? adeso sono mezzi vuoti. Soprattutto, temo la separazione civile. Sempre di più la gente guarda storto chi non è bianco. C’è un brutto clima, gli attentati hanno reso possibile la restrizione delle libertà e l’arbitrio nei controlli».
Che cosa pensa degli incidenti in place de la République?
«Quel che è accaduto oggi conferma i miei presentimenti. Il governo pratica l’intimidazione gas lacrimogeni, dei manganelli, delle pietre lanciate? Davvero pensano che a Parigi non si potrà mai più manifestare per decreto autoritario del presidente socialista Hollande, oppure esistono ragioni oggettive per una ragionevole tregua, per saltare l’ennesima, stucchevole replica del già visto?
Parigi è sotto assedio. Continuare la vita come prima, riempire teatri, cinema e sale di concerto per non umiliarsi di fronte al ricatto dei terroristi è cosa giusta. La guerriglia nella scadenza rituale di un summit mondiale dei governi, quello no, è insensato. E non è una violazione dei diritti. Del diritto a usare la ragione, soprattutto.
Prudenza
Copione
e quella che Pierre Bourdieu chiamava giustamente la “violenza di Stato” nei confronti di cittadini che hanno solamente il torto di manifestare. I cortei sono vietati ma le attività a fini di lucro, per esempio il celebre mercatino di Natale a Strasburgo, sono autorizzate senza alcun problema».
E il nuovo patriottismo francese?
«Mi pare una strumentalizzazione. Si può pure mettere una bandiera alla finestra, non costa niente (io comunque non l’ho fatto), ma non è attaccandosi ai simboli che si risolvono i problemi. Abbiamo sentito dire dal presidente che non dobbiamo cedere al terrore e ci siamo raccolti intorno al tricolore, ma poi i negozi sono vuoti e la gente ha paura. La