Corriere della Sera

«Le leggi speciali minacciano la libertà Stringersi al tricolore non risolverà nulla»

- Pierluigi Battista

Se va a fuoco una casa, non è che se i pompieri tengono d’autorità gli inquilini fuori dalla porta fino a che l’incendio non è spento, allora conculcano un diritto fondamenta­le: devono soltanto fronteggia­re un’emergenza applicando scrupolosa­mente le norme di sicurezza. È vero che, applicato alle nazioni e ai diritti, l’«emergenza» è un concetto che va maneggiato con molta cura ed è sempre possibile fonte di arbitrio nonché pretesto per un esercizio abusivo del potere. Ma la guerra non è un’astrazione.

Anche le sirene che costringev­ano i cittadini a correre verso i rifugi anti-aerei potevano essere vissute come il simbolo di un’emergenza soffocante, ma le bombe martellava­no le città veramente. Era la guerra. Una guerra diversa, ma pur sempre una guerra come quella che Parigi sta vivendo dal 13 novembre scorso. E se le autorità francesi vietano una manifestaz­ione in occasione del summit sul clima che si tiene a Parigi, non soffocano un diritto inalienabi­le, ma applicano un Se le autorità vietano una manifestaz­ione, applicano un criterio elementare di prudenza criterio elementare di prudenza. Di prudenza bellica, anche se bisogna calibrare l’uso delle parole e non alimentare il clima di guerra con un atteggiame­nto troppo spavaldame­nte e irresponsa­bilmente bellicoso.

Annie Ernaux, nell’intervista al nostro giornale, giustament­e mette in guardia l’opinione pubblica stordita: attenzione a non snaturare la nostra patria dei diritti, attenzione a non sfigurare la democrazia e la libertà con misure d’emergenza che mortifican­o la vitalità democratic­a delle nostre società dandola vinta ai suoi nemici, ai fondamenta­listi fanatici che odiano diritti e democrazia.

Sono preoccupaz­ioni sacrosante. Ma esiste anche il buon senso. di emergenza?

«Può apparire necessario, io non ero affatto contraria subito dopo gli attentati ma poi è stato prolungato per tre mesi e forse sarà prorogato ancora. È una minaccia contro la libertà di tutti i cittadini e può accrescere la divisione della società. Sono stati messi in residenza obbligata 24 ecologisti che non hanno niente a che fare, evidenteme­nte, con il terrorismo. E la Francia ha notificato al Consiglio d’Europa la possibile deroga ai diritti dell’uomo».

È delusa dalla patria dei diritti dell’uomo?

«Esiste l’idea di una Francia generosa e egalitaria, ma questi sono slogan. L’avvenire è preoccupan­te». Che cosa teme di più? «Altri attentati, ovviamente. Comunque non vivo nella paura, abito fuori Parigi e prendo il metro come sempre, ma i vagoni Esiste anche l’impossibil­ità di comprender­e l’urgenza di attizzare scontri con la polizia francese, facendo di Parigi il teatro di un’assurda guerriglia urbana. La guerriglia durante la guerra, ma perché? Se servono forze di polizia e di sicurezza davanti a un qualunque teatro Bataclan, perché sottrarre forze, energie e attenzione per ripetere sempre lo stesso identico copione degli scontri, dei Perché sottrarre forze, energie e attenzione per ripetere lo stesso identico copione degli scontri? adeso sono mezzi vuoti. Soprattutt­o, temo la separazion­e civile. Sempre di più la gente guarda storto chi non è bianco. C’è un brutto clima, gli attentati hanno reso possibile la restrizion­e delle libertà e l’arbitrio nei controlli».

Che cosa pensa degli incidenti in place de la République?

«Quel che è accaduto oggi conferma i miei presentime­nti. Il governo pratica l’intimidazi­one gas lacrimogen­i, dei manganelli, delle pietre lanciate? Davvero pensano che a Parigi non si potrà mai più manifestar­e per decreto autoritari­o del presidente socialista Hollande, oppure esistono ragioni oggettive per una ragionevol­e tregua, per saltare l’ennesima, stucchevol­e replica del già visto?

Parigi è sotto assedio. Continuare la vita come prima, riempire teatri, cinema e sale di concerto per non umiliarsi di fronte al ricatto dei terroristi è cosa giusta. La guerriglia nella scadenza rituale di un summit mondiale dei governi, quello no, è insensato. E non è una violazione dei diritti. Del diritto a usare la ragione, soprattutt­o.

Prudenza

Copione

e quella che Pierre Bourdieu chiamava giustament­e la “violenza di Stato” nei confronti di cittadini che hanno solamente il torto di manifestar­e. I cortei sono vietati ma le attività a fini di lucro, per esempio il celebre mercatino di Natale a Strasburgo, sono autorizzat­e senza alcun problema».

E il nuovo patriottis­mo francese?

«Mi pare una strumental­izzazione. Si può pure mettere una bandiera alla finestra, non costa niente (io comunque non l’ho fatto), ma non è attaccando­si ai simboli che si risolvono i problemi. Abbiamo sentito dire dal presidente che non dobbiamo cedere al terrore e ci siamo raccolti intorno al tricolore, ma poi i negozi sono vuoti e la gente ha paura. La

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