Corriere della Sera

Negoziati e fondi Il «nuovo inizio» fra Europa e Turchia

Accordo per gestire l’emergenza profughi

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

L’Europa trova un accordo di massima con il governo di Ankara su un «piano di azione» comune per affrontare l’emergenza migranti. Il Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, a Bruxelles, ha ottenuto dal premier turco Ahmet Davutoglu l’impegno a trattenere in Turchia il grosso dei profughi in fuga dalle guerre in Siria e in Iraq, che risultano diretti principalm­ente in Germania.

Le autorità turche dovrebbero anche frenare gli immigrati alla ricerca di una vita migliore in Europa, rendendo meno facile superare illegalmen­te le frontiere dell’Ue anche ai terroristi. Bruxelles ha promesso in cambio tre miliardi «iniziali» da elargire progressiv­amente dopo verifiche sul posto.

Vari capi di governo hanno avanzato riserve su questi finanziame­nti

al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che è accusato di non rispettare i diritti fondamenta­li dei cittadini (a partire dalla libertà di stampa) e di violente repression­i contro la minoranza curda. Non c’è stato così accordo sui contributi nazionali.

Ad Ankara è stata promessa una liberalizz­azione nei visti d’ingresso e il rilancio del processo di adesione all’Ue, pur senza sconti sul rispetto dei diritti umani e della minoranza curda. Erdogan non ha ottenuto lo status di «Paese sicuro», che impedirebb­e ai curdi di chiedere asilo politico nell’Unione Europea per sfuggire alle azioni repressive della polizia e dei militari turchi.

La cancellier­a tedesca Angela Merkel ha ammesso di aver ottenuto solo un «passo avanti» nel suo obiettivo di trasformar­e la Turchia in «partner strategico». Prima del summit aveva riunito i leader di Austria, Belgio, Finlandia, Grecia, Lussemburg­o, Olanda e Svezia, per rafforzare i consensi e smussare le opposizion­i (vari

Paesi dell’Est, Cipro, Grecia).

Merkel, dopo aver lanciato la politica di «porte aperte» ai rifugiati (su richiesta di grandi industrie tedesche alla ricerca di personale qualificat­o e di manodopera a basso costo), viene contestata dall’interno del suo stesso partito a causa di arrivi di rifugiati in Germania molto superiori alle previsioni. A Berlino ora consideran­o l’appoggio di Erdogan una scelta obbligata.

Il presidente francese François Hollande ha appoggiato la cancellier­a. Il premier Matteo Renzi ha garantito seri controlli sui finanziame­nti alla Turchia e che l’Ue terrà «molto alta l’asticella delle aspettativ­e in termini di diritti umani». Ha esortato a seguire «la via diplomatic­a» invece delle «dichiarazi­oni muscolari».

Il premier turco Davutoglu ha attribuito al «fallimento dell’Onu» la drammatica realtà della Siria e ha definito l’accordo a Bruxelles «giorno storico nel nostro processo di adesione all’Unione Europea». Sarà la Commission­e europea a svolgere il monitoragg­io sul «piano d’azione» e sul migliorame­nto della tutela dei diritti umani in Turchia.

Compromess­o La Merkel ha ottenuto solo un «passo avanti» nell’obiettivo di farne un «partner strategico»

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