Renzi e la crescita: italiani, non chiudetevi in casa
«Le parole di Padoan? Preoccupati che il clima attuale possa bloccare la fiducia ma confermiamo le previsioni 2015»
« Stanno ripartendo i consumi interni dopo tanto tempo in Italia. La preoccupazione è che il clima che si è venuto possa bloccare questo percorso. Insieme a Pier Carlo io sono assolutamente convinto che l’Italia potrà dare un messaggio positivo. Non sottovalutiamo niente, ma non credo che il consumatore e il cittadino italiano debbano rinchiudersi in casa, perché questo vorrebbe dire darla vinta ai professionisti del terrore».
Da Bruxelles, all’arrivo al Consiglio europeo, Matteo Renzi commenta le parole del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al Corriere: la preoccupazione che il clima di paura che serpeggia sia in Europa che in Italia dopo le stragi francesi del 13 novembre possa compromettere la ripresa dei consumi e dunque dell’economia. Il capo del governo condivide l’analisi del suo ministro, si professa preoccupato, ma invita a vedere comunque il bicchiere mezzo pieno: «Il messaggio che saprà dare l’Italia sarà di ripartenza, ma senza sottovalutare i rischi che ci sono e in questo caso il rischio vero è la scarsa fiducia».
Secondo Renzi la sfida che attende ora l’economia è anche di matrice culturale. Farsi condizionare dalla paura, cambiare gli stili di vita, cedere all’ ansi adi un possibile attentato significherebbe darla vinta ai terroristi, provocare le conseguenze che l’Isis cerca di raggiungere. Per questo motivo, anche se «c’è un clima diverso rispetto a quello di un mese fa, anche nelle attese dei consumatori, la vera questione oggi, e questo lo ha detto anche Padoan, non è certamente come finisce il dato dello zero virgola del Pil, su cui peraltro confermiamo al momento le previsioni, ma una grande scommessa culturale. Cioè se l’Italia, se l’Europa si chiude in casa, hanno vinto loro, ha vinto il terrore».
Renzi ha anche ribadito la posizione italiana nel contrasto al terrorismo internazionale, a suo dire «la più forte in prospettiva»: in sintesi, sì a «un intervento importante di natura militare, l’abbiamo sempre fatto e continueremo a confermare i nostri impegni», ma anche «un importante impegno diplomatico, e a Vienna sulla Siria siamo tornati finalmente a un tavolo che conta». Ma soprattutto, ha insistito, «occorre avere un grande progetto che dura mesi, probabilmente anni: per ogni centesimo speso in sicurezza, uno deve essere speso in cultura; per ogni centesimo speso in polizia, un investimento in identità». Questo è il «punto chiave» secondo il presidente del Consiglio, e «penso che su questa posizione italiana vedrete nei prossimi mesi che arriveranno anche gli altri».
Sulle ricadute economiche degli attentati è intervenuta anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti: «Un avvenimento come quello di Parigi è una L’intervista Ieri il colloquio del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Toccato anche il tema degli effetti sulla fiducia dopo gli attacchi a Parigi doccia gelata per tutti, non c’è dubbio. Parigi è come se fosse una nostra città e il fatto che avvenimenti come questi possano fermare la fiducia, è un elemento che esiste. È un rischio che potrebbe esserci, ma speriamo di no: se lo evitiamo evitiamo quello che i terroristi vogliono», ha detto nel corso di un’intervista alla trasmissione di Maria Latella su Sky Tg 24.
Per Renato Brunetta, Forza Italia, invece il punto centrale è la debolezza della manovra finanziaria appena varata dal governo: «A Pier Carlo Padoan dico: della crisi si sapeva già, la legge di Stabilità tutta debiti e deficit è da irresponsabili. Altro che 0,9 per cento di Pil». Continua Brunetta in un tweet: «Padoan sulle stime del Pil ha messo una toppa peggiore del buco. Renzi si è arrabbiato?».