Corriere della Sera

Il diario di Rita dal Kenya «Che spettacolo i bambini»

I messaggi della dottoressa uccisa mentre faceva scudo alla madre «La macchina per le ecografie funziona, tanto lavoro in infermeria»

- Riccardo Bruno

Sei uomini, armati di bastoni e machete, uno anche di una pistola, sono entrati in casa sabato sera nel villaggio di Mijomboni, entroterra della costa keniana, vicino a Watamu. Si era appena conclusa la festa con i bambini dell’orfanotrof­io. Rita Fossaceca, 51 anni, medico radiologo, che era già stata molte volte in Africa come volontaria dell’associazio­ne ForLife Onlus, ha usato quelle poche parole di swahili che conosceva per fermare i rapinatori. Per proteggere le due collaborat­rici partite come lei dall’Ospedale di Novara, e la sua famiglia, il padre Giovanni, la madre Michelina e lo zio don Luigi Di Lella, parroco in Abruzzo, che questa volta l’avevano accompagna­ta fino a laggiù. Uno dei rapinatori si è avventato contro la madre, Rita le ha fatto da scudo. È partito un colpo di pistola che l’ha raggiunta al petto, e non c’è stato niente da fare. Sarebbero dovuti rientrare in Italia oggi.

Rita Fossaceca aggiornava quotidiana­mente il sito di ForLife sui progressi della missione. Un diario generoso di dettagli e umanità, che adesso è la cronaca delle sue ultime due settimane di vita.

Venerdì 13 novembre

Il primo messaggio non lo scrive lei, ma un amico dell’associazio­ne: «Si parte dall’aeroporto di Malpensa. Saranno 15 giorni nel Villaggio del Fanciullo e nella infermeria. In bocca al lupo e buon viaggio».

Sabato 14

Rita ritrova i suoi bambini. «Sono cresciuti tutti ed è un vero spettacolo guardarli. Dorcas ha gli orecchioni, nei giorni scorsi ha avuto febbre, non è stata isolata e di certo ci aspettiamo un’epidemia. Pazienza». Dall’Italia hanno portato un ecografo: «Subito l’abbiamo montato e per fortuna funziona perfettame­nte».

Domenica 15

È festa, ci si può rilassare. «Siamo andati al mare con i bambini, giornata fantasmago­rica. Nel pomeriggio abbiamo allestito le sedie in cerchio e zio Luigi ha detto messa».

Lunedì 16

Si fa sul serio. «Abbiamo incontrato il nuovo medical officer, Nelson. Abbiamo eseguito qualche ecografia di prova. Il laboratori­o funziona molto bene». E poi i bambini: «Quelli dell’asilo hanno celebrato il passaggio al prossimo anno. Marcy e Dorcas le più brave».

Mercoledì 18

«Babu Giovanni, il mio papà, con la collaboraz­ione di Kelly e Gange, stanno facendo molti lavori di manutenzio­ne». Attestato di riconoscen­za alle galline: «Ne abbiamo circa 15, con un gallo. Vengono prodotte uova giornalmen­te che in parte soddisfano le esigenze del villaggio».

Giovedì 19

È l’ultimo giorno di scuola, gli alunni mettono da parte le divise. «Quest’anno grazie alla presenza di una sarta specializz­ata, chiamata Nyanya Miky, la mia mamma, oltre alle riparazion­i sono stati eseguiti veri e propri lavori di sartoria con madam Rose ad imparare».

Venerdì 20

Trasferta a Malindi per comprare nuove divise e farmaci. «Dopo aver girato tutta la mattina siamo rientrati a casa sudati e stanchi. Fortunatam­ente Mahita ci ha preparato una buona cena a base di pollo e patatine».

Lunedì 23

« Nell’infermeria si lavora tanto ogni giorno. Pazienti di ogni genere con problemati­che differenti». Rita si consulta con gli altri, servono almeno due letti in legno per le terapie. Si pensa anche di comprare una mucca, ma è «davvero tanto difficile, i prezzi sono altissimi».

Mercoledì 25

C’è un’urgenza: «Dobbiamo necessaria­mente riacquista­re il condiziona­tore». Ma anche una buona notizia: «Dopo una serie di giri nelle fattorie, abbiamo acquistato la mucca».

È l’ultimo messaggio dal Kenya. Sabato notte sul sito di ForLife scrivono da Novara: «A volte succedono cose inspiegabi­li. La dottoressa Rita Fossaceca non c’è più».

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 ??  ?? In missione A destra, Rita Fossaceca, uccisa in Kenya sabato scorso, mentre visita un bambino Sopra, con l’ecografo che aveva portato nell’ultimo viaggio
In missione A destra, Rita Fossaceca, uccisa in Kenya sabato scorso, mentre visita un bambino Sopra, con l’ecografo che aveva portato nell’ultimo viaggio

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