Corriere della Sera

DA LEOPARDI A VIDAL I VOLTI DELLA « LETTURA »

- Cecilia Bressanell­i

Sei personaggi si aggirano tra le pagine del numero 209 de «la Lettura» in edicola per tutta la settimana (la copertina è firmata dall’artista Giancarlo Vitali, Bellano, 1929, 86 anni ieri).

Per primo incontriam­o Tommaso d’Aquino. Dopo il Concilio Vaticano II si liberò dall’abbraccio della Chiesa e tornò a parlare ai filosofi di tutto il mondo da pensatore «freelance», così come era avvenuto all’inizio della sua vicenda intellettu­ale quando, appena dopo la sua morte (1274), era il teologo più amato dai filosofi e la Chiesa condannava il suo pensiero. «La rivincita laica di un santo» è ripercorsa da Giovanni Ventimigli­a.

Arriva poi il Leopardi dello Zibaldone riletto da Marco Balzano, premio Campiello con L’ultimo arrivato (Sellerio), che tra le pagine del diario in cui il filosofo di Recanati raccolse appunti e pensieri tra il 1817 e il 1832, ritrova una lezione più che mai attuale: l’odio appartiene alla storia, placarlo accettando l’altro è la vera conquista.

È quindi il turno del romanziere e intellettu­ale americano Gore Vidal: genio autodidatt­a, detestò la madre, combatté i giapponesi, si dichiarò gay nel 1949, scrisse con magica facilità, sposò l’alcol e plasmò con cura la sua immagine tra apparizion­i in università, tv e cinema e sulla pagina; ora una monografia, firmata dal poeta e critico Jay Parini, amico di Vidal, ne restituisc­e appieno le contraddiz­ioni, come sottolinea Matteo Persivale.

Nel racconto scritto dal premio Pulitzer Ron Padgett per «la Lettura» si affaccia poi un’importante comparsa. A diciassett­e anni, nel ’58, Padgett aveva fondato una piccola rivista con degli amici (tra cui Joe Breinard). Mandarono delle lettere agli scrittori che più amavano chiedendo di inviare qualcosa che potessero pubblicare. Rispose Jack Kerouac con una poesia.

Sulla sua moto appare Gregory David Roberts. Studente di filosofia, attivista; poi eroinomane, rapinatore e galeotto, che evase dall’Australia per rifugiarsi in India. «Il bandito gentiluomo con gli occhi dolci», come racconta Folco Terzani. Nel 2003 conquistò quattro milioni di lettori in tutto il mondo con Shantaram e divenne una «book star». Ora torna in libreria con L’ombra della montagna (Neri Pozza), tra chi la montagna è riuscito a scalarla e chi invece si è arreso. L’incipit del libro introduce l’articolo di Cristina Taglietti.

Ed infine ancora una star, tutta italiana. È Loredana Bertè che si racconta nell’intervista alla scrittrice Teresa Ciabatti. Il legame con la sorella Mimì, il rapporto con «il padre e la madre», quella volta che con Borg arrivò alla Casa Bianca e il presidente Bush temeva che si spogliasse.

Sei personaggi, accanto a loro tanti altri, che hanno trovato un autore che ha saputo narrarli, o ha lasciato che si narrassero da sé.

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