Un’eroina visionaria
I registi Leiser e Caurier spiegano «Giovanna d’Arco»: la mente della protagonista è un groviglio di sesso e follia
calandoci dentro la mente visionaria di Giovanna».
Tutto accadrà lì, nella povera stanza di Jeanne. Il luogo dei sogni e dei deliri, dove appaiono eserciti vittoriosi, bandiere, un re vestito d’oro, l’amore proibito... «Il sesso è il grande tabù, lo spettro che il padre, fanatico e bigotto, le agita di continuo davanti come il peggiore dei mali. Pulzella per sempre, Giovanna si veste da uomo, si taglia i capelli, imprigiona la sua femminilità dentro un’armatura». Ciononostante appena la vede, il re perde la testa per lei. E lei per lui. I sensi si risvegliano, il desiderio si eccita. E le voci di dentro tornano a farsi sentire. Angeli e demoni strattonano Giovanna. « Un conflitto devastante che mostreremo attraverso dei video. Re Carlo sul letto che la chiama a sé, i corpi che si avvinghiano, a sottolineare l’invito del coro dei diavoli a lasciarsi andare, mentre gli angeli cercheranno di impedirle il fatale amplesso sventolando i vessilli bianchi con su scritto “Gesù Maria”, emblema della Pulzella».
Lo scontro carne-spirito raggiunge il suo acme spettacolare nella seconda parte, con l'ingresso di Carlo e Giovanna nella Cattedrale di Reims. «La scena dell’incoronazione, con la chiesa gotica perfettamente ricostruita sull’originale. Segno fallico del potere». Una cerimonia che somiglia a un matrimonio. «Ma a prevalere sui demoni sono gli spiriti celesti che
La scelta Gli autori: «Le fiamme in scena ci saranno, ma lei non morirà sul rogo come dice la storia»
richiamano la fanciulla al suo destino. E il padre la chiama impura, strega. Il rogo è la sola purificazione».
Così, anche se il libretto non lo prevede, il rogo ci sarà comunque. «Giovanna non morirà tra le fiamme come dice la storia, né in battaglia come scrive Solera. Morirà di consunzione, stremata da troppe lacerazioni interiori. A piangerla restano il re e il padre. L’amore umano di Carlo e quello disumano di Giacomo». La sua ascensione al cielo, prevista dal copione, non avrà nulla di trascendente o trionfale. «Come un angelo del film di Wenders Il cielo sopra Berlino, lei si limiterà a guardare dall’alto quella scena di dolore, rendendosi conto che il suo doppio sogno, della gloria e dell’amore, si è dissolto».
Era pazza come lo sono certe mistiche O come quei giovani esaltati di oggi che si votano a integralismi religiosi rinunciando a ogni gioia e persino alla vita