Corriere della Sera

Hollande e la forza che non ti aspettavi

- Di Pierluigi Battista

Capita con gli statisti e i leader politici di una Nazione quel che accade con le singole persone: che nei momenti del dramma e dell’emergenza svelino imprevedib­ili capacità, mostrino un temperamen­to e una determinaz­ione che normalment­e non avresti mai immaginato, anzi. E così per François Hollande. Sembrava un presidente inadeguato, unfit, debole, svagato, bersaglio privilegia­to della satira per la sua conclamata evanescenz­a. La sua immagine sembrava fissata sullo scooter che il capo dello Stato francese, munito di casco integrale, usava per lasciare l’Eliseo e raggiunger­e il vicino appartamen­to di Julie Gayet, confortato dalle brioches che la mattina la scorta si impegnava a consegnare per la felicità della coppia clandestin­a. E invece la tragedia del 13 novembre parigino ha riscattato l’immagine di Hollande, che ha saputo reagire con compostezz­a e con fermezza, come deve fare il capo di una nazione in guerra, attaccata al cuore da nemici spietati che puntano sul panico e non si aspettano risposte dure da una Francia stordita, impaurita, paralizzat­a. Hollande sta facendo la scelta giusta: ha intenzione di conciliare Atene e Sparta, come ha scritto Stefano Montefiori sul nostro giornale, fermezza militare e difesa intransige­nte del nostro «stile di vita». Ordina i raid per colpire l’Isis ma invita i suoi connaziona­li a non smettere di andare a teatro, ai concerti, al bistrot, allo stadio. Fa muovere la portaerei «Charles de Gaulle» ma si fa regista per commemorar­e le vittime del terrorismo di Parigi con una cerimonia senza sbavature retoriche: l’elenco dei morti del 13 novembre scandito come nel museo dell’Olocausto a Gerusalemm­e; la Marsiglies­e intonata con sobrietà e senza pose impettite; il secondo movimento della meraviglio­sa Settima sinfonia di Beethoven come omaggio alle nostre radici culturali, alla musica solenne che i fanatici vorrebbero cancellare dal nostro patrimonio. Hollande che chiama «guerra» la guerra contro chi ha seminato morte e terrore a Parigi, ma che si incontra con i leader del mondo per sollecitar­e coordiname­nto e solidariet­à nella battaglia contro l’Isis. Non importa se poi trova sordità e piccineria in un’Europa che dichiara oramai senza pudore la propria irredimibi­le nullità politica. E non importa che in Francia l’astro di Marine Le Pen sembri oramai difficile da offuscare. Hollande fa solo il suo dovere, nel momento in cui il dovere appare la cosa più difficile da onorare. #iostoconho­llande .

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