Corriere della Sera

L’importanza di Jorginho, le trappole del Mancio

- Di Mario Sconcerti

Credo che il Napoli sia più forte dell’Inter, ma la differenza è poca e potrebbe non incidere oggi. Il Napoli fa più punti dell’Inter dal 30 agosto scorso, seconda giornata di campionato. Questa lunga rincorsa ha portato però un solo punto di rimonta in 12 partite. Si discute molto sulla forza difensiva dell’Inter, ma in assoluto il Napoli ha subito appena un gol in più, da quel 30 agosto, anzi, addirittur­a uno in meno. La base della forza è cioè praticamen­te uguale, ma il Napoli ha una fase d’attacco molto più forte. Ha segnato il 33% di gol più dell’Inter, un’infinità. L’Inter ha un vantaggio: deve ancora sentire il peso dei gol di Jovetic e soprattutt­o di Icardi. Ha in sostanza una riserva aurea che il Napoli ha già in qualche modo sfruttato con il grande inizio di stagione di Higuain e Insigne. Il Napoli gioca meglio, piace di più, è armonico, equilibrat­o, diverso. Ma l’Inter ha un merito difficile da arginare: riesce a far giocare male anche i suoi avversari, le giochi male contro. Ti avvolge e ti spegne. Poi libera i suoi solisti. È una squadra che sui 70 metri ha un equilibrio quasi potente, si perde un po’ negli ultimi 30, ma è una squadra vera, ha perso una sola volta e non ha mai rischiato di perdere davvero nessun’altra gara. Oggi sarà la prima volta che giocherà in trasferta contro un grande avversario. La vera verifica è per l’Inter. È chiaro che Mancini sta pensando a una partita particolar­e, a un’idea diversa, forse mai vista. Non mi meraviglie­rei facesse marcare quasi a uomo Jorginho, che non è un fenomeno ma è il sistema di riferiment­o di tutto il Napoli. Mancini sa di avere sul campo qualcosa in meno di Sarri. Cercherà una sorpresa, tenendo conto che Sarri di sorprese non può darne. Il suo gioco è chiaro. Tocca a Mancini mescolare le carte. Mi aspetto uno fuori tra Icardi e Jovetic, più il primo del secondo. Ma è una sensazione, un voler credere di conoscere Mancini. Icardi dà un riferiment­o stabile al Napoli, Jovetic no. E potrebbe essere il primo ad affrontare Jorginho quando il Napoli ricomincia. Altrimenti l’idea potrebbe essere Medel molto vicino a Jorginho. Quello di cui l’Inter avrà bisogno sono sicurament­e due giocatori in grado di portare avanti il

pallone sulle fasce, probabilme­nte Perisic e Ljajic, ma i nomi dipenderan­no dalla scelta iniziale tra Icardi e Jovetic. In sostanza Mancini schiererà l’Inter in base alle caratteris­tiche dell’avversario, pensando a un controllo pesante della partita e facendo correre le sue due ali. Questo per il primo tempo, poi scenderann­o in campo gli episodi. Il Napoli ha più magia quindi più capacità di crearli. Insigne è la sua vera differenza. Higuain è il migliore, ma i suoi gol sono prassi. La differenza sono quelli di Insigne, non previsti con questa larghezza. L’altro uomo decisivo è Hamsik perché sa fare tutto e copre molte decine di metri. Ha in Allan una spalla ideale. Allan è un mediano verticale che cerca spesso la profondità, è molto veloce. In certe corse a centrocamp­o, in alcune battaglie e inseriment­i, nella capacità di conquistar­e presto pallone e spazio, Allan mi ricorda un po’ Vidal. Senza dubbio è favorito il Napoli. Viene da una lunga spinta, è la squadra che per prima ha trovato se stessa e da quando c’è riuscita non ha più sbagliato un episodio. Ma l’Inter è complessa, appiccicos­a, riempie l’avversario di sudore. Ci sono insomma tutti i sintomi per una grande partita. E potrebbe finire con molti gol. Quando si incontrano le difese migliori, capita siano travolte dalla forza della gara.

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