«Sull’auto a guida autonoma i nostri bambini non salgono»
Una ricerca rivela le paure dei genitori sulla mobilità del futuro Apple o Google? «Meglio vetture prodotte da Case tradizionali»
La rivincita che non ti aspetti. Secondo uno studio di Boston Consulting Group (Bcg) preparato per il World Economic Forum, il 58% degli intervistati (in totale 5.500 persone distribuite in 10 Paesi) sarebbe pronto a salire su un’auto a guida autonoma. Senza però fidarsi completamente: solo il 35% lascerebbe il proprio figlio nelle mani dell’intelligenza artificiale. Tanto più se la capacità di chip e sensori è «ancora limitata rispetto a quella dell’uomo e non riesce a reagire a situazioni particolari come imprevisti e comportamenti non in linea con il codice stradale», spiega Ken Koibuchi, a capo dello sviluppo veicoli intelligenti Toyota.
A sorprendere è anche un altro risultato: il 46% dei partecipanti al sondaggio preferirebbe che un veicolo a guida autonoma fosse prodotto da un’industria automobilistica. Solo il 16% accetterebbe un’auto realizzata da un’azienda digitale. Per buona pace di Apple e Google, sempre più attratti dal mondo a 4 ruote. Un conto è produrre software, smartphone, tablet e pc, un altro è costruire auto. Tanto più se non si possiedono le competenze necessarie (non sembrano sufficienti una «manciata» di ingegneri sottratti alle case auto), lo stabilimento produttivo (si dice che Apple abbia colloqui avanzati con Bmw) e la rete di assistenza globale. India e Cina comprese. Che non a caso sono i Paesi dove c’è una maggiore attenzione alla guida autonoma (è interessato oltre il 75% degli intervistati).
Per lo studio Bcg piuttosto, il 69% del campione accetterebbe volentieri la collaborazione tra l’industria tradizionale e il mondo di Silicon Valley. I numeri trovano conferma nelle parole di Carlos Ghosn, CEO di Renault– Nissan: « Nessuna azienda, automobilistica o digitale che sia, sulla guida autonoma ha le capacità per andare avanti da sola. Tutti parlano con tutti. Nissan ha annunciato a gennaio una partnership con la Nasa e collabora già con le università di Stanford, Oxford, Tokyo e il Mit di Boston».
Di sicuro l’auto che viaggia da sola dovrà essere a batteria: due terzi dei potenziali clienti la vorrebbe elettrica o ibrida. Su questo in Silicon Valley sono sulla buona strada: le 25 Google Car in circolazione in California e in Texas sono elettriche.
A questo punto non resta che aspettare. Quanto? «In cinque anni il pilota automatico per la guida in autostrada sarà tecnicamente pronto per la produzione in serie. La guida autonoma arriverà in città invece attraverso un ulteriore graduale processo di sviluppo e affinamento dei sistemi » , risponde Rolf Bulander, responsabile di Bosch Mobility Solutions. Diciamo 2025. A patto di esser disposti a spendere più di 5 mila dollari per avere la possibilità di lasciare nel traffico i comandi all’auto. Più o meno quanto un buon climatizzatore automatico e quattro cerchi in lega.