IL TERRORISTA ANTI ABORTO E L’IMBARAZZO DEI REPUBBLICANI ULTRA CRISTIANI
Per due giorni è stato assordante il silenzio dei candidati repubblicani alla Casa Bianca dopo l’assalto di un uomo armato contro la clinica degli aborti di Colorado Springs: all’inizio il tragico bilancio ( tre morti e una decina di feriti) era stato commentato solo da Mike Huckabee. Ma forse sarebbe stato meglio se anche lui avesse taciuto: dopo aver definito il massacro provocato da Robert Lewis Dear «un’incredibile tragedia», l’ex governatore dell’Arkansas aveva accostato, pur senza indicare correlazioni, la violenza consumata dall’assassino che ha cominciato a sparare fuori dall’ambulatorio, con quella che, secondo la destra cristiana, viene commessa all’interno dei centri di «Planned Parenthood»: la soppressione dei feti con gli aborti. Un silenzio imbarazzato, visto che i video che criminalizzano questa organizzazione per il controllo delle nascite fanno parte integrante della campagna elettorale dei candidati della destra. «Planned Parenthood», una non profit, è stata accusata di aver fatto soldi vendendo tessuti fetali, ignorando le spiegazioni date: solo rimborsi, del tutto legali, per la cessione di tessuti fetali per ricerca medica e trapianti, come previsto dalla legge. Accuse che attirano, oltre a proteste legittime, gesti violenti. Invocando il «free speech», i conservatori non hanno rinunciato alla loro retorica anti aborto, ma, dopo la spiegazione data dal folle Lewis Dear per il suo gesto («adesso smetteranno di vendere bambini a pezzi») Huckabee ha cambiato rotta («abominevole, questo è terrorismo interno: non faccio come John Kerry che cerca spiegazioni razionali per la strage di Charlie Hebdo» ). E Ben Carson, un ex chirurgo che è stato anche un ricercatore, alla fine ha trovato il coraggio di dire che sulle questioni legate alle nascite è ora di cambiare tono: lasciarsi alle spalle l’attuale «retorica intrisa d’odio e aprire una discussione civile, tra gente matura».