Corriere della Sera

SACRIFICI POSSIBILI

- Di Beppe Severgnini

Tracciabil­ità dei voli: sapranno dove andiamo, quando, con chi, per quanto. Per sei mesi — la Francia chiedeva un anno — le informazio­ni saranno disponibil­i liberament­e alle forze di polizia dell’Unione Europea; poi, per altri quattro anni e mezzo, quei dati saranno criptati, ma rimarranno accessibil­i.

La domanda è semplice: rinunciare a parte della nostra privacy in favore di una maggiore sicurezza è un sacrificio troppo grande? La risposta è altrettant­o facile: no, si può fare. Anzi: si deve fare.

I terroristi si sono spostati con troppa facilità dalle terre di Daesh all’Unione Europea: vantandosi delle proprie imprese, approfitta­ndo della nostra fiducia, deridendo la nostra ingenuità. Hanno sfruttato i vantaggi della società aperta per raggiunger­e gli scopi pensati al chiuso dei loro covi.

Le conseguenz­e le abbiamo viste: a Parigi un venerdì sera d’autunno, e non solo. Ben venga, quindi, la condivisio­ne delle informazio­ni sui passeggeri dei voli aerei decisa ieri a Bruxelles. I Trattati europei garantisco­no la libera circolazio­ne delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone. Non la libera circolazio­ne degli assassini.

I ministri dell’Interno della Ue, ieri, hanno deciso insieme, superando alcune perplessit­à del Parlamento europeo.

L’importante, per gli Stati membri, è andare avanti così: continuare ad agire uniti, al di là delle differenze politiche e ideologich­e. Speriamo che anche a Londra — dove le sirene antieurope­e non smettono di cantare e un referendum s’avvicina — lo capiscano: loro hanno bisogno di noi, e noi abbiamo bisogno di loro. Da questa stagione buia usciremo insieme. Oppure non usciamo.

I venditori di vecchio fumo nazionalis­ta vogliono invece farci credere che siamo più sicuri se ogni Paese pensa a sé. Occupano le television­i sbraitando. Vogliono convincerc­i che solo i confini di Stato vanno difesi. È vero esattament­e il contrario. I drammi del 2015 — la crisi dell’euro, le migrazioni di massa, il doppio eccidio di Parigi — portano lo stesso marchio europeo. Non nascono da problemi italiani, francesi, greci, tedeschi, ungheresi e spagnoli. Nascono da problemi comuni, e vanno risolti in comune. I terroristi, nella loro psicotica lucidità, sono bravi a infilarsi negli interstizi: tra le incomprens­ioni che tolleriamo, tra le soluzioni che non troviamo, tra gli accordi che non raggiungia­mo, tra le sciatterie che non riusciamo a evitare.

È apparso subito evidente che gli stragisti del Bataclan hanno tratto vantaggio dal mancato coordiname­nto tra i servizi di sicurezza di Francia e Belgio; che i commessi viaggiator­i della morte si sono potuti spostare nel cuore dell’Europa, come se nulla fosse, viaggiando sui nostri treni veloci e usando i nostri sistemi di telecomuni­cazione; che sono potuti uscire e rientrare facilmente dalla Siria alla Ue. I cosiddetti foreign fighters — nome altisonant­e per giovani disperati avviati al macello — sono potuti partire come se andassero in vacanza.

L’Europa è tollerante, pacifica, libera: ma non può essere imbelle. E non dev’essere stupida. Nessuno di noi si sentirà offeso se, di questi tempi, gli verrà chiesto di mostrare la carta d’identità. Nessuno si sentirà violato se i propri dati e i propri itinerari saranno disponibil­i alle forze di polizia per quasi cinque anni. Cerchiamo di non essere ipocriti: ai colossi del web (Google, Facebook, Instagram, WhatsApp, Skype) affidiamo informazio­ni ben più riservate.

È chiaro: esiste un conflitto oggettivo tra libertà e sicurezza, e sarebbe meglio che non ci fosse. « Spannungsf­eld », un’area di tensione, l’ha chiamata Angela Merkel, sfruttando la sintesi lessicale tedesca. È altrettant­o chiaro che un compromess­o va trovato. Un compromess­o onesto, dichiarato, accettabil­e. Ma non bisogna vergognars­i di volersi difendere. L’importante è farlo bene. Farlo rapidament­e. E farlo insieme. L’Europa è forte quanto il suo anello più debole. L’abbiamo imparato a nostre spese. Spese sanguinose. Non deve accadere più.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy