Corriere della Sera

Quegli Schettino del clima che reclamano le prove dei rischi

In Italia si sottovalut­ano troppo i danni della bomba climatica che può scoppiare In gioco non è il benessere degli orsi polari, ma la vita dei nostri figli: bisogna controllar­e l’emissione di anidride carbonica e scongiurar­e gli effetti nefasti

- di Carlo Rovelli di Stefano Montefiori l’intervista con la ministra dell’Ecologia francese Ségolène Royal

Sull’accordo per limitare i danni del riscaldame­nto globale, in Italia si sono levate alcune voci per minimizzar­e il problema. Credo che chi scrive queste cose non si renda conto del danno che sta facendo a tutti noi. È stupido dire che un pericolo non è grave perché non è matematica­mente certo che arrivi. Non stiamo parlando del benessere degli orsi polari: stiamo parlando della vita dei nostri figli.

Mentre a Parigi i leader del pianeta cercano un difficile accordo per limitare i danni del riscaldame­nto globale, in Italia si sono levate alcune voci per minimizzar­e il problema. L’argomento di queste voci contrarie è che non abbiamo certezze riguardo al clima.

Credo che chi scrive queste cose non si renda conto del danno che sta facendo a tutti noi. Per questo penso sia bene rispondere con semplicità e chiarezza.

Chi dice che non abbiamo certezze assolute riguardo al futuro del clima del pianeta dice il vero. Ma è stupido dire che un pericolo non è grave perché non è matematica­mente certo che arrivi. Se si scopre che è rimasta una bomba sepolta sotto un parco giochi per bambini, non la lasciamo lì perché «forse potrebbe anche non scoppiare». Se c’è un incendio in cantina, una persona ragionevol­e cerca un estintore, chiama il 113, scappa dalla casa… Se invece dice «ma non è del tutto certo che l’incendio si propaghi, quindi continuiam­o tranquilla­mente a fare colazione» è un cretino. Questo è esattament­e l’atteggiame­nto di chi sostiene che il problema non è grave perché non abbiamo assolute certezze riguardo al clima.

A costo di ripetere cose molto dette, riassumo la situazione. È un fatto accertato che la Terra si stia scaldando in maniera inusualmen­te rapida. È diventato chiaro (non lo era alcuni anni fa) che il riscaldame­nto è attribuibi­le in misura considerev­ole all’attività umana, specialmen­te all’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera.

Prevedere il futuro del clima è molto difficile. Le proiezioni indicano che se non viene preso alcun provvedime­nto l’aumento della temperatur­a del pianeta può arrivare a 4-5 gradi in questo secolo. Questo porterebbe certamente a cata- strofi serie nei prossimi decenni. Cambiament­i di temperatur­a di quest’ampiezza hanno causato estinzioni di massa in passato. Per la Terra, sono piccole fluttuazio­ni come tante; per l’umanità, potrebbe essere un disastro: non ne siamo certi, ma potrebbe significar­e allagament­o delle città sul mare e di grandi pianure, vasta desertific­azione, crollo della produzione agricola, carestie, fame, uragani, guerra ovunque.

Non stiamo parlando del benessere degli orsi polari: stiamo parlando della vita dei nostri figli. L’emissione di anidride carbonica dovuta all’attività umana continua a esacerbare il problema. Un’azione comune dell’umanità per ridurne le emissioni dovrebbe poter riuscire a ridurre il riscaldame­nto entro 2 gradi centigradi, e limitare i danni

Proiezione L’aumento della temperatur­a può arrivare a 4-5 gradi in questo secolo Probabilit­à Non si può lasciare in un parco giochi un ordigno e limitarsi a sperare che non esploda Scherzare con il fuoco Credere che un incendio già divampato possa non propagarsi è un atteggiame­nto da cretini

peggiori, anche se non tutti. Questa analisi è quella dell’Ipcc, il Gruppo intergover­nativo sul cambiament­o climatico delle Nazioni Unite. Su di essa c’è il consenso oramai universale di tutte le istituzion­i serie del pianeta. Non sono d’accordo quelli che pensano che i dinosauri non siano mai esistiti o che la Terra sia piatta.

Questa è la situazione. Non abbiamo certezze. Potremmo sbagliarci. Ma dobbiamo prendere una decisione. Possiamo decidere di ignorare l’allarme e andare avanti tranquilla­mente, sulla base del fatto che «tanto non siamo sicuri » . È l’atteggiame­nto di Schettino che è andato avanti con l’«inchino», perché tanto «non era mica sicuro» che sarebbe andato a sbattere sulle rocce. Abbiamo visto i risultati.

È l’atteggiame­nto di chi lascia la bomba nel parco giochi, perché magari non scoppia. Il mondo intero si è convinto che il rischio è serio, e le voci italiane che gettano confusione non fanno che rendere le cose più difficili a chi, con difficoltà, perché i problemi sono complessi, cerca di allontanar­e i pericoli per tutti noi.

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