Una sonda ascolta il suono spaziale
Un satellite per trovare le prove della teoria di Einstein. «Ascoltiamo la colonna sonora dell’universo»
Ilsatellite dell’Esa Lisa Pathfinder, lanciato giovedì dalla Guyana francese con il vettore italoeuropeo Vega, andrà a caccia delle onde gravitazionali per dimostrare un’idea di Albert Einstein nella sua Teoria della relatività.
Saranno due cubi di oro e platino di appena 46 millimetri a dimostrare una delle idee avanzate da Albert Einstein nella sua teoria della relatività cento anni fa, cioè l’esistenza delle onde gravitazionali. «Ascoltare l’universo attraverso queste onde porterà a una rivoluzione in astrofisica come quella generata dall’invenzione del telescopio e del radiotelescopio» spiega Stefano Vitale dell’università di Trento, responsabile dell’esperimento effettuato dal satellite Lisa Pathfinder dell’Agenzia spaziale europea Esa, lanciato giovedì dalla Guyana francese con il vettore italo-europeo Vega. Il movimento degli astri genera onde gravitazionali ma sono soprattutto i grandi eventi cosmici come la formazione dei buchi neri o la collisione fra galassie a emetterle con un’intensità percettibile dagli strumenti ora inventati.
La caccia a queste onde è in corso da decenni con apparati terrestri ma finora senza risultato per i limiti della tecnologia. L’Italia in questo campo ha un’illustre tradizione iniziata con Edoardo Amaldi, collaboratore di Enrico Fermi, all’Università di Roma. L’eredità è stata raccolta da Vitale che nell’ateneo trentino ha creato un gruppo di ricercatori oggi all’avanguardia nell’ardua sfida.
Proprio a loro l’Esa ha affidato la progettazione dell’interferometro (con il coordinamento di William Weber, Rita Dolesi e Mauro Hueller) che dovrà cogliere i nuovi segnali cosmici attraverso i movimenti di pochi miliardesimi di metro dei due preziosi cubi. Un sistema complicatissimo, ai limiti della tecnologia. L’agenzia spaziale Italiana e l’Istituto nazionale di fisica nucleare hanno condiviso il programma mentre l’impresa di costruire il delicatissimo apparato è stata affrontata da Cgs, una società spaziale di Milano. Altre (Selex Es e Thales Alenia Space Italia) hanno collaborato poi alla realizzazione del satellite.
«Sarà come ascoltare la colonna sonora dell’universo — racconta Vitale — riuscendo finalmente a vedere l’invisibile oscurato dalla materia diffusa nel cosmo. Le onde gravitazionali, infatti, attraversano ogni cosa a differenza delle onde elettromagnetiche normalmente impiegate. Perciò sono i messaggeri ideali di una realtà nascosta. Paragonabili ai suoni lanciati in una foresta dagli animali che in tal modo si possono scoprire».
Per agire indisturbato Lisa Pathfinder vola verso il punto di Lagrange L1 lontano 1,5 milioni di chilometri dal nostro pianeta dove le forze gravitazionali della Terra e della Luna
si neutralizzano. «Una volta provata la tecnologia con questa spedizione, capace di dimostrare contemporaneamente il ruolo di primo piano del nostro Paese nella scienza dell’esplorazione e dei lanci in orbita con Avio — nota Roberto Battiston, presidente dell’Asi —, si passerà a una missione con una rete di tre satelliti che imbriglierà con ancora maggiore evidenza le onde, entrando così nella nuova astronomia gravitazionale».