I vicini della coppia non hanno fatto denuncia per non apparire razzisti
Adesso l’America pare stretta tra il timore del «racial profiling» — sospettare, denunciare un possibile reato, sottoporre qualcuno a un controllo sulla base di un pregiudizio razziale — e il rischio di un conflitto di civiltà tra Occidente e Islam capace di creare una frattura incolmabile tra la società americana e la sua componente di religione musulmana. I vicini di Syed Farook e della moglie Tashfeen che hanno confessato di non aver denunciato alla polizia i movimenti sospetti intorno alla casa e anche le grida che venivano dall’interno nei giorni precedenti la strage di San Bernardino per paura di essere accusati di «racial profiling», passano adesso per il prodotto di una cultura ideologica di sinistra che sacrifica le più elementari esigenze di sicurezza sull’altare del «politicamente corretto». Un’accusa che è in parte frutto di uno scontro politico: accusata di essere corresponsabile dell’accaduto perché per anni ha lasciato tutti — cittadini ma anche terroristi — liberi di armarsi fino ai denti, la destra si difende e controbatte accusando i progressisti di avere anche loro parecchie responsabilità, soprattutto per eccesso di garantismo. Ma, al di là di polemiche di bottega che non dovrebbero trovare spazio in un frangente così grave, non c’è dubbio che d’ora in poi la questione del «racial profiling» sarà vista in modo diverso anche dai cittadini, oltre che dalle forze dell’ordine: i musulmani d’America dovranno affrontare muri di diffidenza e raffiche di controlli in misura di gran lunga superiore. Col rischio di spingere l’America verso quel conflitto di civilità teorizzato vent’anni fa dal politologo Samuel Huntington, che Barack Obama ha fin qui cercato in tutti i modi di evitare, mostrando grande rispetto e considerazione per il ruolo della comunità islamica nella società americana. Probabilmente è proprio questo l’obiettivo secondario dell’offensiva delle centrali jihadiste: non solo terrorizzare i popoli occidentali, ma anche spaccare le società rendendo sempre più problematica la convivenza pacifica dei musulmani col resto della popolazione. In nome della sicurezza la gente chiederà sicuramente più controlli sui «sospetti». E questo porterà a un aumento della pressione su chi è o sembra (per come veste, per la barba per il colore della pelle) musulmano. I musulmani, già sottoposti a controlli speciali negli aeroporti, saranno sempre più nel mirino anche altrove. È inevitabile, ma anche questo può produrre radicalizzazione.