Berlino dà il via alla missione anti-Isis Giallo sull’impegno militare turco a Mosul
Il Bundestag approva l’invio dei Tornado e fino a 1.200 truppe. Ma non si combatte né bombarda
Probabilmente non poteva fare altro, Angela Merkel, se non organizzare una missione militare contro l’Isis. Fatto sta che ieri il Bundestag l’ha sostenuta ampiamente: 445 parlamentari a favore, 146 contro e sette astenuti per mobilitare verso la Siria sei Tornado da ricognizione, un aereo da rifornimento, la fregata Augsburg, connessioni satellitari e fino a 1.200 truppe con compiti di sostegno a queste operazioni. La Germania non parteciperò ai combattimenti e non lancerà bombe. Assisterà in particolare l’impegno francese nell’area, la guerra di François Hollande.
La parole guerra è risonata spesso in questi giorni di dibattito nel Parlamento tedesco e nei media. C’è chi dice che la Germania non è in guerra e chi invece sostiene il contrario e aggiunge che è in campo dalla parte del dittatore Assad (ieri il quotidiano Die Welt, per esempio). Può sembrare la solita, vecchia questione della Germania post-bellica che si arrovella sul suo ruolo nel mondo partendo dal presupposto di non dovere mandare truppe fuori dai confini. Questa volta è però diverso. Non solo perché di fronte al terrorismo l’Europa si deve mobilitare. E non solo perché quasi il 60% dei tedeschi è favorevole alla missione (a patto che la Germania non combatta e non bombardi). Soprattutto perché, nella lettura di Frau Merkel e del suo governo c’è in gioco la Francia.
Hollande ha chiesto alla cancelliera un impegno concreto nella guerra contro Isis. Nella situazione data, le sarebbe stato difficile dire di no ma avrebbe potuto essere meno impegnata. La risposta è invece stata guidata da due fattori. Primo, lo storico asse tra Berlino e Parigi. Secondo, e soprattutto, il terrore che c’è nel governo tedesco all’idea che Marine Le Pen guadagni consensi al punto di presentarsi come una candidata credibile alle elezioni presidenziali francesi del 2017. Secondo gli analisti tedeschi aprirebbe una crisi nella Ue che potrebbe essere definitiva. Contro la missione in Siria, ieri hanno votato i parlamentari della Linke e parte dei Verdi. Il ministro della Difesa Ursula von der Leyen ha assicurato che la Germania non collaborerà con l’esercito di Assad.
Intanto, il fronte anti-Isis si amplia sul lato iracheno. Un migliaio di soldati turchi, secondo l’agenzia Reuters, sono stati stanziati nella regione di Mosul vicino a Bashiqa, ufficialmente per l’addestramento delle truppe irachene. Un portavoce delle milizie sciite parla di tre unità «dotate di armi pesanti» che si preparerebbero a sostenere la coalizione internazionale nell’offensiva per riconquistare Mosul, in mano all’Isis dal giugno 2014. Secondo la Cnn turca, però, si tratta di 130 militari e 20-25 tank turchi.