Corriere della Sera

Coalizione

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I Paesi aderenti alla coalizione antiIsis sono circa una sessantina ma quelli che stanno compiendo azioni militari sono molti meno

In Iraq: Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Canada, Australia e Giordania. Sostengono le forze curde e irachene nel combattere e colpire gli obiettivi Isis a Mosul. Ora si sarebbe unita la Turchia (nella foto, Erdogan)

In Siria: Stati Uniti, Bahrein, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Canada. La Russia ha appena aderito ai bombardame­nti ma non del tutto alla coalizione. La Turchia si sarebbe limitata a colpire alcuni obbiettivi del Pkk, il partito curdo

La notizia è di quelle che vanno capite con attenzione. La Cnn turca riporta che un contingent­e militare turco, probabilme­nte un battaglion­e composto da forse un migliaio di uomini (secondo alcune fonti però solo 130) affiancati da una ventina di carri armati, sarebbe attestato nella cittadina di Bashiqa, nelle zone curde che fanno capo al governo di Erbil, a circa 20 chilometri da Mosul, dal giugno 2014 roccaforte dell’Isis in Iraq. Occorre ricordare che il governo curdo nell’Iraq settentrio­nale è profondame­nte legato allo Stato turco del presidente Erdogan. Da tempo i militari turchi cooperano con i peshmerga. E dunque non è strano che soldati turchi si muovano nel loro territorio. Ciò in contrasto con i curdi in Siria, che consideran­o la Turchia un nemico da combattere, e il Pkk, il partito della sinistra curda in Turchia, che ha riaperto le ostilità con Ankara nell’ultimo anno.

Bashiqa è inoltre una cittadina che nel passato è stata abitata da una florida comunità turcomanna, oltre a cristiani e yazidi. Oggi si trova lì vicino una delle basi di addestrame­nto

Ingorgo

Caccia, droni, navi e soldati: si intensific­a il traffico dei contingent­i militari stranieri

e complica il traffico dei contingent­i militari stranieri nei cieli e ai confini della Siria. Poco coordiname­nto, grande confusione, addirittur­a divergenze aperte su chi e come colpire rischiano di rendere ancora più delicata la guerra. Per gli Stati Uniti, motore primo dei contingent­i legati al fronte Nato, la guerra al Califfato non può assolutame­nte vedere come soluzione il permanere del

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