Corriere della Sera

E negli Stati Uniti sale l’occupazion­e 211 mila posti in più

- Massimo Gaggi

Via libera all’aumento del costo del denaro negli Stati Uniti. L’intervento era dato per assai probabile da tempo, ma adesso è certo: l’ultimo semaforo rimasto prima della riunione della Federal Reserve di metà dicembre che interverrà sui tassi d’interesse, fermi a quota zero da sette anni, si è acceso ieri, e la luce è verde. Parliamo del rapporto sul mercato del lavoro Usa nel mese di novembre: i dati pubblicati ieri mattina indicano un aumento degli occupati di 211 mila unità. E’ più dei 190 mila previsti dagli economisti. Un dato che conforta Janet Yellen, che si era mostrata comunque decisa ad andare per la sua strada anche in caso di numeri peggiori: in una testimonia­nza di due giorni fa davanti al Congresso, il capo della Fed aveva, infatti, messo le mani avanti dicendo che bastano meno di 100 mila posti di lavoro aggiuntivi per compensare i nuovi ingressi nel mercato del lavoro, lasciando, quindi, la situazione sostanzial­mente immutata.

La Borsa di New York ha festeggiat­o la notizia con un aumento molto consistent­e dell’indice Dow Jones (quasi il 2%, a metà seduta). I dati pubblicati dal Labor Department non sono di per sé entusiasma­nti: l’occupazion­e cresce abbastanza, ma meno che nel mese precedente, mentre l’aumento dei salari su base annua (2,3%) rimane un fattore positivo. Va considerat­o, però, è il contesto generale: c’era il timore che il rallentame­nto delle economie dei Paesi emergenti, dalla Cina al Brasile, potesse contagiare gli Stati Uniti. Nei mesi estivi la crescita del numero degli occupati era risultata assai più lenta con conseguent­i preoccupaz­ioni e pressioni sulla Yellen, invitata da più parti a rinviare ogni intervento sui tassi.

Ora la brillante economista che guida la Banca centrale Usa può tirare un sospiro di sollievo. Sostenuta da una «manovra occulta» di 100 miliardi di dollari (i soldi in più che i cittadini hanno avuto quest’anno da spendere grazie al calo del costo dei carburanti), l’America tiene bene: con l’industria che non aggiunge addetti (meno 1000), la crescita è venuta soprattutt­o dalle costruzion­i (più 46 mila) e dal commercio al dettaglio (31 mila). L’economia può sostenere l’avvio di una manovra di normalizza­zione del costo del denaro. Di quale entità? «Interventi molto graduali» ha assicurato. A dicembre il ritocco sarà dello 0,25%. Altri, della stessa entità, seguiranno nel 2016. Quanti? Secondo alcuni economisti solo due. L’attesa che l’aumento delle retribuzio­ni continui e si consolidi producendo anche un po’ d’inflazione spinge altri analisti a prevedere tre o anche quattro «ritocchi». Difficilme­nte l’autorità monetaria metterà per ora in cantiere una manovra complessiv­amente superiore ad un punto percentual­e o poco più.

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