Corriere della Sera

Ilva, prestito ponte da 300 milioni «Ma vendita entro giugno 2016»

Via libera al decreto salva Taranto: il finanziame­nto dovrà essere rimborsato

- Francesco Di Frischia

Con 300 milioni arriva una boccata d’ossigeno per l’Ilva di Taranto, ma il finanziame­nto dovrà essere restituito con gli interessi (così non sarà giudicato un aiuto di Stato ndr): entro il 30 giugno 2016 si dovrà selezionar­e attraverso un’asta pubblica il soggetto che acquisterà gli asset del gruppo in amministra­zione straordina­ria. Sono alcune delle misure approvate dal Consiglio dei ministri in un decreto legge. Prorogate dal 4 agosto al 31 dicembre del prossimo anno le indicazion­i previste dall’«Autorizzaz­ione integrata ambientale» (Aia).

«L’aggiudicat­ario sarà valutato in base alla bontà del progetto, con criteri di trasparenz­a», spiega il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, affiancata dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti e dal sottosegre­tario, Claudio De Vincenti. Nel decreto la valutazion­e dei beni potrà essere effettuata, oltre che da finanziari­e, anche da società di consulenza aziendale. Inoltre il trasferime­nto dovrà assicurare la discontinu­ità, anche economica, della gestione da parte del nuovo proprietar­io, che dovrà rimborsare con gli interessi allo Stato i 300 milioni.

« Abbiamo voluto dare un’accelerazi­one rispetto a una soluzione di rilancio industrial­e del gruppo — sottolinea Federica Guidi —. Per questo abbiamo previsto che il soggetto aggiudicat­ario, che sarà valutato anche dal punto di vista della proposta ambientale, nel momento in cui presenterà il nuovo piano industrial­e, potrà presentare una nuova Aia con la stessa procedura dell’Autorizzaz­ione oggi esistente». Da parte sua, il ministro Galletti, ricorda che «ad oggi l’Ilva rispetta tutti i limiti europei di emissioni» e «la parte ambientale resta un elemento determinan­te del salvataggi­o del polo siderurgic­o». Lo stanziamen­to di 300 milioni «facilita il percorso di transizion­e», precisa De Vincenti, in una fase nella quale l’azienda andava incontro a problemi di liquidità. Così l’esecutivo ha garantito la prosecuzio­ne dell’attività, l’occupazion­e e le esigenze di tutela dell’ambiente e della salute.

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