Mancini ora ci crede «Nessuna squadra più forte dell’Inter»
I nerazzurri pronti a ripartire contro il Genoa
Bisogna saper perdere e pare che l’Inter lo sappia fare benissimo. Restare in testa alla classifica per quasi tutto il campionato, infilare quattro vittorie consecutive e aver la miglior difesa della serie A non valeva nulla. La squadra di Mancini era considerata, chissà poi perché, solo una sconclusionata barzelletta che pure aveva battuto Roma e Milan e fermato la Juventus. Troppo brutta, senza gioco, con un centrocampo muscolare e senza cervello e un centravanti in crisi, questo era l’identikit dei nerazzurri. C’è voluta la sconfitta con il Napoli perché l’Inter diventasse (per tutti) una squadra matura e oggi sì, dopo il k.o. del San Paolo, consapevole della propria forza e pronta a lottare per lo scudetto. Nel tempo dei paradossi, quando una sconfitta vale più di sette 1-0, Mancini se la ride. «Preferivo continuare a vincere e restare primo», ha chiosato senza neppure dover scomodare la bibliografia di La Palice.
La realtà è che la sconfitta di Napoli ha lasciato l’Inter seconda e costretta a rincorrere. Il carattere s’era visto eccome, pure prima, però «finché non si affrontano gli avversari non ci si rende bene conto di cosa possono fare gli altri». Mancini le grandi le ha viste in faccia tutte e ne ha ricavato la sensazione che non ci sono squadre superiori. «Sono stati match equilibrati, Jovetic ha pagato l’operazione al crociato a Raievic, un giocatore 22enne del Buducnost l’operazione al crociato. Jovetic nemmeno conosceva il ragazzo, il Podgorica non aveva i soldi per pagare, così ha provveduto lui. Applausi. E chissà che stasera con il Genoa non torni pure al gol che manca dalla seconda giornata. Carico Roberto Mancini, 51 anni, è convinto che l’Inter sia da scudetto (Getty Images)
Cuore Jovetic
Ventura incubo dei giallorossi che recuperano Gervinho In porta c’è De Sanctis
questo è assai temuto dagli scaramantici.
Garcia recupera Gervinho, anche se non è sicuro che possa partire titolare. Senza le frecce — l’ivoriano e Salah, ancora ai box — non è riuscito a trovare schemi d’attacco alternativi. Contro l’Atalanta i giallorossi non sono andati in gol per la seconda volta in questa stagione, in 19 partite. L’altra era la trasferta contro l’Inter, dove la Roma trovò un mostruoso Handanovic a chiuderle in faccia la porta. A proposito di portieri, De Sanctis dovrebbe essere di nuovo preferito a Szczesny.
Una vittoria sarebbe la miglior medicina per uscire dal momento di crisi. Anche le conferenze stampa di Garcia sono diventate tristi. Un tempo fiorivano battute e immagini, adesso c’è la verità ufficiale: i giocatori stanno bene, la «coperta» non è corta, a Trigoria si lavora con il massimo impegno. Quello che non può dire è che in una settimana ci si gioca il futuro. Anche il suo.