Corriere della Sera

I dubbi di Sala: niente primarie rodeo

No di Mr Expo «a un referendum sul leader pd» Balzani: non credo che Renzi lo preferisca a me

- di Maurizio Giannattas­io e Elisabetta Soglio

Giuseppe Sala, commissari­o straordina­rio di Expo, ha incontrato ieri il premier Renzi. Il numero 1 di Expo ha posto le sue condizioni per accettare di candidarsi a sindaco di Milano per il centrosini­stra: se lo scontro politico diventerà un referendum pro o contro Renzi o in primarie rodeo «tutti contro tutti», non sarà della partita. Il vicesindac­o Francesca Balzani: sto riflettend­o.

MILANO Ha disertato la prima della Scala. Ma non l’appuntamen­to blindato nei saloni della Prefettura. Giuseppe Sala, commissari­o straordina­rio di Expo ha incontrato il premier Matteo Renzi, una chiacchier­ata di mezz’ora (presente anche il ministro Maurizio Martina) che però non ha sciolto i dubbi su una sua possibile candidatur­a a sindaco di Milano per il centrosini­stra. Anzi. Il numero uno di Expo ha fatto chiarament­e capire al premier che la sua disponibil­ità, che esiste in linea di massima, non è senza condizioni: se lo scontro politico in corso nel capoluogo lombardo si dovesse infatti trasformar­e in un referendum pro o contro Renzi o in primarie-rodeo dove tutti sono contro tutti, lui non sarà della partita.

Perché la preoccupaz­ione che serpeggia, non solo nei palazzi romani, è che la posta in gioco a Milano vada molto al di là della pur importante sfida amministra­tiva, ma che ci sia dietro un’operazione politica di portata nazionale: due leadership a confronto, quella di Renzi e quella di Giuliano Pisapia che non ha mai nascosto l’ambizione di «federare» una sinistra di governo insieme e oltre al Pd. Se il sindaco dovesse riuscire nell’operazione che ha come obbiettivo la candidatur­a e la vittoria del suo vice, Francesca Balzani, Pisapia potrebbe rappresent­are l’alternativ­a al numero uno del Pd.

Milano dunque ancora una volta potrebbe rivelarsi laboratori­o politico e dal capoluogo meneghino potrebbe partire l’offensiva di sinistra contro il premier, guidata proprio dall’attuale primo cittadino. Sala, che pure negli ultimi giorni ha intensific­ato le consultazi­oni anche con esponenti della società civile milanese e che ha già tratteggia­to i possibili punti saldi di un suo programma amministra­tivo, ha cercato di chiarire al premier la propria posizione: ribadendo che lui è un manager e non un politico e che la sua eventuale candidatur­a, per altro sollecitat­a da mesi proprio da parti del Pd, sarebbe motivata solo dalla passione per Milano. Se invece già il clima delle primarie fosse quello di uno scontro politico a tutto campo, Sala si chiamerà fuori. Da ambienti milanesi arriva la conferma della complessit­à del momento: se da una parte si conferma la «disponibil­ità del commissari­o di Expo a mettersi al servizio della città, sostenendo che le primarie cittadine sono un’occasione importante», d’altro canto si mettono le mani avanti. Ecco la condizione: che «le primarie rappresent­ino una vera chance di condivisio­ne degli impegni per la città e non vengano utilizzate strumental­mente a livello nazionale per partite che nulla c’entrano con l’interesse di Milano e dei milanesi». Difficile però che un monito di questo genere possa risolvere la situazione a rassicurar­e Sala rispetto alle reali intenzioni di Giuliano Pisapia che ha smesso i panni dell’arbitro imparziale entrando a piedi uniti nella competizio­ne anche se, ufficialme­nte, ha dichiarato che farà il suo endorsemen­t soltanto dopo che saranno note tutte le candidatur­e.

Sull’altro versante, Francesca Balzani, ieri sera ospite di Lilli Gruber, non ha ancora sciolto la sua riserva. «Ci sto pensando con attenzione. Non mi candiderei contro Sala, ma per dare una possibilit­à in più a tutti quelli che non voterebber­o volentieri né Sala, né Majorino». E aggiunge anche: «Non credo che Renzi preferisca Sala a me. Ci saranno primarie vere e saranno gli elettori a decidere. Sicurament­e fare il sindaco è un mestiere molto difficile, bisogna tenere unite tante diversità, non c’è solo un bilancio da chiudere. I programmi sono fondamenta­li ma il sindaco viene fuori sul

fuori programma, che fa vedere quanto sei sintonizza­to». E se dovesse perdere le primarie? «Credo di aver fatto della correttezz­a e della trasparenz­a e mi comporterò con la massima lealtà». Sul doppio incarico di premier e segretario, contestato da Pisapia, spiega: «In teoria non è una cosa positiva, ma nel caso di Renzi, che mette tanta forza nel rinnovare il partito, penso che ci stia».

Nel frattempo, restano in campo per le primarie il parlamenta­re Emanuele Fiano e l’assessore Pierfrance­sco Majorino che ieri ha chiesto di abbassare i toni: «Non si creino candidatur­e contro gli altri ma sempre mettendo al centro le idee e le cose da fare».

La lealtà La vicesindac­o: in caso di sconfitta sarò leale Il doppio incarico di Renzi? Ci può stare

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