Corriere della Sera

Sarkozy fallisce il rilancio repubblica­no Ora i rivali attaccano anche la sua leadership

Juppé e Fillon lo contestano: aperta la sfida per l’Eliseo

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

Per un ex presidente della Repubblica che un anno fa aveva motivato il suo ritorno in politica decretando di essere «il miglior baluardo» contro il Front National, l'imbarazzo è molto forte.

Nicolas Sarkozy è il grande sconfitto del primo turno delle regionali, anche se ha ragione a fare notare che in fondo i Républicai­ns da lui guidati hanno conquistat­o su scala nazionale solo lo 0,5% in meno del partito di Marine Le Pen.

Ma politicame­nte la sua è la posizione più difficile. La ragione d’essere di Sarkozy è sempre stata quella di sottrarre voti al FN, di rappresent­are la risposta presentabi­le e istituzion­ale alle questioni poste dall’elettorato dell’estrema destra.

Oggi non è Sarkozy a prendere i voti dell’estrema destra, è Marine Le Pen a conquistar­e i delusi di Sarkozy. Il trionfo del Front National è soprattutt­o la sconfitta dei Républicai­ns.

Sarkozy ieri pomeriggio ha riunito la direzione del suo partito ed è stato contestato dai rivali alle primarie per le presidenzi­ali, il centrista Alain Sarkozy chiude le porte alla sinistra, ha detto di non voler fare intese alle spalle degli elettori compiuta da Marine Le Pen, e il demerito va alla progressiv­a radicalizz­azione della retorica e della politica di Sarkozy.

« Non ci può essere una identità francese felice in una società multicultu­rale. Non c’è identità francese felice se non condividia­mo un modo di vivere, il sentimento di appartener­e a una Nazione, una educazione e una cortesia». Frasi che fanno parte del repertorio di Marine Le Pen ma che Sarkozy ha pronunciat­o giovedì scorso per attaccare Alain Juppé, che aveva osato parlare di una «identità francese felice» perché multicultu­rale.

Quando Sarkozy esalta le frontiere e attacca l’Europa di Schengen, quando paragona l’arrivo dei rifugiati allo scoppio delle tubature di casa, va a caccia di voti del Front National. Il gioco funzionava quando a guidare l’estrema destra era l’impresenta­bile Jean-Marie Le Pen. Adesso che c’è Marine, infinitame­nte più abile, i francesi preferisco­no l’originale alla copia, e votano FN.

Sarkozy continua a parlare di «esasperazi­one» dei francesi, ma molti lo contraddic­ono. L’esperto dell’estrema destra In panne Nicolas Sarkozy, 60 anni, leader del partito «Les Républicai­ns» fondato lo scorso maggio, presidente francese dal 2007 al 2012 (Afp) Jean-Yves Camus, per esempio: «Quello stadio è superato. C’è adesione nel modo in cui gli elettori votano, elezione dopo elezione, per il FN».

Mentre Sarkozy ieri litigava nel partito, durante un convegno alla Fondation Jean Jaurès il politologo Nicolas Lebourg metteva il dito nella piaga: «Dobbiamo chiederci, qual è il vero problema posto dal Front National? Le persone o le idee? Perché persone democratic­amente elette hanno diritto di sedere in un’assemblea. Se invece il punto sono le idee, allora bisogna dire che tutti copiano le idee del Front National. Sono vent’anni che si escludono gli eletti del FN, e si fanno entrare le loro idee nell’insieme dell’offerta politica». È per questo che Nicolas Sarkozy, oltretutto sconfitto, oggi è sotto accusa.

No alla «combine»

@Stef_Montefiori

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