«Non ci faremo chiudere in casa» Gli applausi di Renzi dal palco reale
«Il messaggio anche per il Giubileo è: coraggio». Premier con Pisapia, ma si parla di calcio
«La Prima c’è tutti gli anni. Poteva dirci che veniva con un po’ di anticipo, non proprio stamattina... ». Un poliziotto parla con un collega, probabilmente è stato richiamato dal giorno di riposo. Matteo Renzi, però, ha deciso solo all’ultimo momento di partecipare con la moglie Agnese Landini alla prima scintillante della Scala, la sua partecipazione è stata il giallo degli ultimi giorni.
Prima di arrivare, in prefettura, il premier ha incontrato Giuseppe Sala, l’amministratore di Expo e possibile candidato sindaco, ma questa è un’altra storia. Al suo arrivo nel teatro del Piermarini — è un classico arrivo di Matteo Renzi — tira dritto come un turbine circondato dalla security senza nulla concedere ai taccuini. Ma all’intervallo annuncia: «Era assolutamente irrinunciabile esserci». Il tema della serata, non c’è dubbio, è anche quello della sicurezza: l’immagine simbolo è quella di una piazza della Scala quasi completamente transennata in modo da impedire l’accesso. Ma il messaggio che Renzi intende dare alla propria presenza è proprio quello: non chiudersi in casa. «La cultura — esordisce — è un messaggio universale di bellezza su cui l’Italia ha molto da dire al mondo. E la storia della Scala e la Prima sono di grande rilievo per tutti: siamo orgogliosi di esserci».
Poi, arriva al punto: « Oggi è un giorno di festa e il messaggio che vogliamo dare agli italiani oggi, domani e per il Giubileo è quello del coraggio». È vero: «Viviamo una stagione difficile, non sottovalutiamo niente. Ma tutto questo non cambierà le nostre abitudini, non ci faremo chiudere in casa. Questo sarebbe il messaggio più sbagliato».
Poi, nel palco reale, dopo i baci tra Agnese e la moglie del sindaco Giuliano Pisapia, Cinzia Sasso, sorpresa: si parla di calcio. Sono pochi minuti appena, quelli prima dell’inno, ma ebbene: il tema è proprio quello. Innescato, pare, dal prefetto di Milano Alessandro Marangoni, tifoso del Chievo. A vedere la scena da lontano, pare che qualche freddezza ci sia con il governatore lombardo Roberto Maroni. Il quale ammette che «Renzi ha fatto bene a venire». Ma osserva che «non è il premier che onora la Scala, ma viceversa » . E aggiunge: «Spesso dove c’è Renzi non c’è Mattarella e viceversa. Questo avrà un significato politico? Non so, vedremo». Renzi vuole dedicare la serata alla Scala, fino in fondo. Appena cala sipario per l’intervallo, si dirige verso il camerino del maestro Riccardo Chailly. Una decina di minuti, Renzi si congratula «per la straordinaria esecuzione» e con lui il ministro della Cultura Dario Franceschini e quello alle Infrastrutture Graziano Delrio.
Il premier racconta del suo debutto con la grande opera al Maggio musicale fiorentino e delle « Prime con Zubin Mehta. Duravano anche cinque ore e mezza». Il problema è che il grande direttore era nel «periodo in cui era su Wagner». E dunque, «quando sono diventato sindaco di Firenze ho avuto il mio battesimo del fuoco».
Ma il capo del governo parla anche di risorse. Dal camerino di Chailly esce infatti con il sovrintendente Alexander Pereira che gli spiega che il budget del teatro è di 121 milioni di euro. «Come quello di Zurigo», spiega, ma ben inferiore a quello dell’Opera di Parigi. Renzi a quel punto ricorda al sovrintendente che lui è noto come un «campione nel trovare fondi». L’interessato sorride: «Sì, però dovete anche aiutarmi». Renzi vuol sapere della macchina della Scala, chiede del numero dei dipendenti, del coro e dell’orchestra. Poi si congratula con i lavoratori del teatro e ne parla con Nicola Cimino, sindacalista Cisl. Al termine, il capo del governo chiacchiera per qualche istante con l’etoile simbolo del teatro, Carla Fracci. L’ultimo saluto prima dell’uscita, però, non è per il premier. Una signora si fa largo e afferra la mano di Agnese Landini: «Brava, sono una maestra anch’io».
I complimenti Nell’intervallo i complimenti a Chailly E con Pereira discutono del budget del teatro