Corriere della Sera

Quella sfilata nel foyer con i metal detector Il tocco rock di Patti Smith e i sussurri sul voto in città

- di Annachiara Sacchi

Il gioco degli assenti e presenti disegna uno scacchiere incerto. « Hai visto? Francesca non c’è». Risposta: «Se è per questo nemmeno Beppe, ma lui ha appena visto Renzi». Nella serata della Prima, ultimo Sant’Ambrogio con Giuliano Pisapia sindaco, il foyer della Scala si trasforma in un altro palco. Quello della politica. Sussurri e ipotesi, previsioni e avvistamen­ti. Occhiate complici in pochi — elegantiss­imi — metri quadrati che riuniscono cultura, economia, finanza. Insomma, il potere della città. Che con pazienza si lascia controllar­e da polizia e carabinier­i.

È vero, mancano i protagonis­ti delle ultime due settimane, il vicesindac­o Francesca Balzani e mister Expo, Giuseppe Sala, possibili sfidanti alle primarie del centrosini­stra. Lei è ospite di Lilli Gruber, lui aveva altri impegni. Il Piermarini può attendere. E anche le decisioni definitive. Non per Corrado Passera, unico candidato sindaco ufficiale (accompagna­to dalla bellissima moglie Giovanna Salza), che già nel primo pomeriggio annuncia: «La nostra lista civica, Italia Unica, vincerà le elezioni». Strette di mano e sorrisi. E una constatazi­one: a sei mesi dalle elezioni, un candidato sindaco del centrosini­stra alla Scala non c’è.

Ma la serata è bipartisan, il pensiero va agli attacchi di Parigi, allo schieramen­to di forze dell’ordine che circonda il Piermarini, a quei metal detector che vengono accolti con garbo, «è giusto così». Livia Pomodoro, già presidente del Tribunale, apre la borsa: «No, non ho paura e sono contenta che le verifiche siano fatte». Anche per le signore della Scala la presenza degli agenti «è un segnale positivo». Perché il «mondo è cambiato», e c’è già chi ha modificato abitudini: alla Scala si va in anticipo. Come all’aeroporto.

Prove di normalità in una serata tranquilla, molto, per fortuna c’è Patti Smith che dà un tocco internazio­nale ( e rock) alla Prima. Un attimo per ammirare la musicista americana — «signora scusi, lei è il mio mito», dice un ospite in smoking accennando «Because the night» — che interpreta il suo personaggi­o con il solito stile «casual»: «La voce di Anna Netrebko è molto bella», dice prima di rientrare in platea. Bellissima la coppia Margareth Madè e Giuseppe Zeno, Roberto Bolle incanta come sempre, ma è un istante, gli sguardi tornano di nuovo agli affari (politici) milanesi, questa volta la coppia da ammirare (e scrutare) è quella formata da Alessandro Sallusti e Daniela Santanchè. Lei in verde e con orgoglioso piglio del genere «non cedo al ricatto della paura». Lui sobrio e sorridente. «Si candiderà per il centrodest­ra?», è la domanda che circola all’intervallo, ora gli occhi sono puntati sul direttore de Il Giornale. Che commenta: «Non sono un esperto, ma la Netrebko è eccezional­e, mi sembrano tutti bravi, forse mi lascia un po’ perplesso la scenografi­a ma non ne ho mai viste di così innovative». Sì, però... Direttore ci vediamo l’anno prossimo alla Scala? «Certo». Sul palco reale? Risata: «Credo proprio di no».

Toni leggeri nella Scala blindata, «obiettivo sensibile». Abiti sobri, qualche eccezione si vede ma le signore preferisco­no i toni scuri e i gioielli di famiglia, come quelli che sfoggia la regista Andrée Ruth Shammah: «Sono di mia madre, li portò con sé quando scappò da Lecco». Anche le scollature — salvo le solite eccezioni — sembrano risentire del momento, la borghesia milanese si stringe attorno ai suoi riti e ai suoi canoni, visone-brillante-velluto, pensando già alla prossima primavera, Giuliano Pisapia saluta soddisfatt­o e tutti si chiedono: «Chi sarà il prossimo sindaco?».

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