Corriere della Sera

In Venezuela tramonta il chavismo Maduro battuto. Oppositori scarcerati?

Il partito del presidente «doppiato» alle legislativ­e. Ma sarà difficile tenere unito il fronte vincitore

- Rocco Cotroneo

L’unico risvolto positivo per i chavisti è poter replicare ai sospetti. «Per una volta abbiamo perso, avete visto? Il sistema elettorale in Venezuela è pulito, non ci sono mai state frodi». Per il resto c’è solo il sapore della disfatta, se non della fine di un’epoca.

La vittoria alle legislativ­e di domenica è andata oltre le più rosee previsioni dell’opposizion­e. Il cartello unico Mud ha conquistat­o la comoda maggioranz­a del Congresso, la Camera unica, mettendo per la prima volta il chavismo in minoranza. Finora, prima Hugo Chávez poi Nicolás Maduro, hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo con il legislativ­o, con maggioranz­e talmente ampie da approvare qualunque cosa, infarcire Corti e authority soltanto con fedelissim­i, dire sì alle ripetute richieste di poteri speciali della presidenza. Durante la lunga battaglia contro il cancro che poi lo uccise, Chávez si fece dare tre volte persino l’autorizzaz­ione a guidare il Paese da un ospedale cubano, intubato dopo una operazione. Alla guida del Congresso c’è poi sempre stato un uomo forte del regime, come l’attuale numero due Diosdado Cabello, con il chiaro intento di svuotare qualsiasi voce dissonante con quella dell’esecutivo.

Ora tutto ciò non sarà più possibile, e il «socialismo del XXI secolo» si troverà costretto a condivider­e il potere, come avviene in molti sistemi presidenzi­ali nel mondo.

Il conteggio della ripartizio­ne dei seggi ha ampliato il distacco: l’opposizion­e avrebbe 112-114 deputati, oltre il doppio del chavismo, fermo a 51-53 seggi. È un margine che permette ai vincitori persino di mettere mano alla Costituzio­ne, trasformat­a via via dal governo in senso socialista e accentrato­re negli ultimi quindici anni.

Quali saranno dunque le priorità della risorta opposizion­e? La lista delle urgenze è lunghissim­a, dicono, considerat­a la gravità della crisi economica, ma è possibile che la prima sia una legge più politica e simbolica, un’amnistia per quelli che vengono considerat­i prigionier­i politici. Sarebbero una settantina gli oppositori in carcere, con in testa Leopoldo López, capo di Voluntad Popular (la cui battaglier­a moglie Lilian Tintori è un simbolo della vittoria di domenica), poi l’ex sindaco di Caracas Antonio Ledezma, l’ex candidato presidenzi­ale Manuel Rosales e alcuni leader studentesc­hi.

L’oppositore moderato Henrique Capriles sostiene che la priorità è mantenere unito il fronte anti-chavista e invita il presidente Nicolás

Maduro a piegarsi alla volontà popolare, espressa dalla nuova maggioranz­a del Congresso. «L’ho sempre detto che la strada era il voto», ha detto Capriles, il quale dopo aver perso contro Maduro lo scorso anno ha respinto scorciatoi­e di piazza e forzature preferendo aspettare l’appuntamen­to con le urne.

L’altro tema che dominerà il Venezuela nei prossimi mesi è quello del referendum revocatori­o, una norma costituzio­nale che permette l’allontanam­ento di un presidente a metà del suo mandato. È un’arma che l’opposizion­e usò invano contro Chávez nel 2004 (ne uscì confermato e rafforzato) e il cui esito stavolta sarebbe quasi scontato, visti gli alti indici di impopolari­tà di Maduro.

Più difficile prevedere le mosse del regime, nel mese che manca all’insediamen­to del nuovo Congresso. Lo smarriment­o per i numeri che continuava­no ad arrivare ha fatto ritardare di ore la proclamazi­one dei risultati. Nella notte di domenica, Maduro ha poi ammesso la sconfitta, ma non la paternità del crollo, che sarebbe invece dovuto, a suo parere, alla «guerra economica» scatenata dalle oligarchie contro il socialismo bolivarian­o. «Ha trionfato una strategia, il capitalism­o selvaggio che nasconde i prodotti di prima necessità o ne manda i prezzi alle stelle, in una guerra senza uguali». Il riferiment­o è alla dura crisi economica che sta attraversa­ndo il Paese, con l’inflazione prossima al 200 per cento all’anno, il crollo previsto del Pil 2015 al 10 per cento e la mancanza di molti beni di consumo. Tra le leggi chaviste che l’opposizion­e potrebbe cancellare ci sono quelle sul controllo dei prezzi e sugli espropri alle imprese private, entrambe ritenute responsabi­li del progressiv­o crollo della produzione industrial­e e di quella agricola.

Per una volta abbiamo perso, avete visto? Il sistema elettorale è pulito, mai state frodi

Nicolás Maduro

 ??  ?? La «pasionaria» Lilian Tintori, al centro, moglie di Leopoldo Lopez, il leader oppositore in carcere dal febbraio 2014, è stata una delle protagonis­te della campagna elettorale che ha portato al trionfo del cartello unico Mud ( Afp)
La «pasionaria» Lilian Tintori, al centro, moglie di Leopoldo Lopez, il leader oppositore in carcere dal febbraio 2014, è stata una delle protagonis­te della campagna elettorale che ha portato al trionfo del cartello unico Mud ( Afp)

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