La Tobin tax e i «centimetri» che mancano all’accordo
Al termine dell’Eurogruppo, i ministri finanziari degli 11 Paesi impegnati nella «cooperazione rafforzata» per introdurre una tassa comune sulle transazioni finanziarie, si sono riuniti per cercare ancora una volta l’accordo politico. Ma non ce l’hanno fatta e hanno rinviato a oggi, a margine dell’Ecofin a Bruxelles. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha fatto sapere la disponibilità dell’Italia, che ha già introdotto una «Tobin tax» sul suo territorio. Anche la Francia, che è guidata da un governo socialista, sostiene la conclusione positiva della trattativa. Il commissario Ue per gli Affari economici, Pierre Moscovici, ha detto che l’intesa dista ormai pochi «centimetri». Ma il ministro delle Finanze tedesco di centrodestra, Wolfgang Schäuble, ha espresso scetticismo e ha ipotizzato un rinvio della trattativa al 2016. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è però impegnata a varare la Tobin tax europea. Schäuble, appoggiato da Finlandia e Olanda, avrebbe comunque rallentato la conclusione dell’accordo. Dalla riunione degli 11 è trapelato informalmente un problema di tassazione dei derivati verosimilmente scaturito dalle pressioni del sistema bancario tedesco, che manterrebbe ingenti esposizioni su questi rischiosi strumenti speculativi nonostante gli enormi aiuti di Stato ottenuti durante la crisi finanziaria per coprire l’eccesso di titoli tossici.