Lo scatto di Telecom in Piazza Affari JPMorgan oltre il 10%
Un altro colpo di scena ha mosso ieri il titolo di Telecom Italia che in Borsa ha chiuso +2,14%, a un passo da 1,2 euro. Protagonista, la investment bank Usa JPMorgan che il 5 dicembre ha comunicato alla Consob di detenere una posizione lunga nel capitale di Telecom Italia pari al 10,134%. Aggiungendo che la posizione complessiva si riferisce al 26 novembre. A quella data sono infatti entrate in vigore le modifiche del regolamento emittenti con cui si riduce al 5% dal precedente 10% l’obbligo di notifica di una posizione lunga complessiva. Il che significa che la banca è dovuta venire allo scoperto rivelando l’intera quota, effettiva e potenziale. JPMorgan da alcuni mesi sta lavorando sul titolo Telecom. Almeno da luglio quando si sono intensificate le comunicazioni alla Consob relative ad arrotondamenti o limature della partecipazione in Telecom.
Il pacchetto di titoli della banca Usa è composto da una partecipazione effettiva del 4,51%, di una potenziale del 2,46% più altre posizioni lunghe (3,158% del capitale), frutto di acquisto di opzioni o strumenti derivati. Per esempio, la partecipazione potenziale è detenuta da JPMorgan Securities ed è legata a contratti di opzione call, con esercizio a date differenti, fino al 7 luglio 2017.
L’annuncio della Consob ha spinto il mercato a mettere in
relazione il ruolo di JPMorgan con l’imprenditore Xavier Niel che ha accumulato una quota potenziale in Telecom pari al 15,14%. Proprio JPMorgan era stata indicata come controparte di Niel.
Un altro motore del rally di Borsa sono state le indiscrezioni, peraltro non nuove, di un interesse per Telecom anche da parte dell’operatore La vendita fino al 45% di Inwit e l’obbligo di Opa obbligatoria per gli acquirenti L’operatore francese Orange avrebbe sondato Bnp Paribas per Telecom Italia Orange. Rumor poi smentiti in serata dallo stesso gruppo.
Le mosse del mercato sono una preparazione alla vera partita da giocare. Cioè l’assemblea del 15 dicembre quando Vivendi dovrà spuntare l’ampliamento del board Telecom per favorire l’ingresso di consiglieri indicati dal gruppo francese. Per fare questo deve guadagnare l’appoggio dei fondi comuni, critici sulla richiesta. La scorsa settimana il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine ha inviato una lettera ad Assogestioni in cui, dopo aver difeso l’investimento in Telecom (3 miliardi) ha detto di ritenere «temporaneo» l’allargamento e confermato l’intenzione di tornare a 11 consiglieri in occasione del rinnovo nel 2017. In assemblea anche Niel potrebbe rivelare la vera natura della sua quota e chiarire le sue ambizioni su Telecom.
Quel giorno è attesa anche la comunicazione dei nomi dei pretendenti alla quota del gruppo guidato da Marco Patuano in Inwit, la società quotata delle torri. Telecom ha il 60% ed è disponibile a vendere fino al 45%. Se gli acquirenti in gara — la spagnola Cellnex alleata a F2i ed Ei towers tra i più determinati — vorranno comprare dovranno lanciare un’opa obbligatoria cui Telecom aderirebbe in parte. In Borsa Inwit capitalizza quasi 3 miliardi.
Opa Inwit
Dossier Orange