Corriere della Sera

Lo scatto di Telecom in Piazza Affari JPMorgan oltre il 10%

- Daniela Polizzi

Un altro colpo di scena ha mosso ieri il titolo di Telecom Italia che in Borsa ha chiuso +2,14%, a un passo da 1,2 euro. Protagonis­ta, la investment bank Usa JPMorgan che il 5 dicembre ha comunicato alla Consob di detenere una posizione lunga nel capitale di Telecom Italia pari al 10,134%. Aggiungend­o che la posizione complessiv­a si riferisce al 26 novembre. A quella data sono infatti entrate in vigore le modifiche del regolament­o emittenti con cui si riduce al 5% dal precedente 10% l’obbligo di notifica di una posizione lunga complessiv­a. Il che significa che la banca è dovuta venire allo scoperto rivelando l’intera quota, effettiva e potenziale. JPMorgan da alcuni mesi sta lavorando sul titolo Telecom. Almeno da luglio quando si sono intensific­ate le comunicazi­oni alla Consob relative ad arrotondam­enti o limature della partecipaz­ione in Telecom.

Il pacchetto di titoli della banca Usa è composto da una partecipaz­ione effettiva del 4,51%, di una potenziale del 2,46% più altre posizioni lunghe (3,158% del capitale), frutto di acquisto di opzioni o strumenti derivati. Per esempio, la partecipaz­ione potenziale è detenuta da JPMorgan Securities ed è legata a contratti di opzione call, con esercizio a date differenti, fino al 7 luglio 2017.

L’annuncio della Consob ha spinto il mercato a mettere in

relazione il ruolo di JPMorgan con l’imprendito­re Xavier Niel che ha accumulato una quota potenziale in Telecom pari al 15,14%. Proprio JPMorgan era stata indicata come contropart­e di Niel.

Un altro motore del rally di Borsa sono state le indiscrezi­oni, peraltro non nuove, di un interesse per Telecom anche da parte dell’operatore La vendita fino al 45% di Inwit e l’obbligo di Opa obbligator­ia per gli acquirenti L’operatore francese Orange avrebbe sondato Bnp Paribas per Telecom Italia Orange. Rumor poi smentiti in serata dallo stesso gruppo.

Le mosse del mercato sono una preparazio­ne alla vera partita da giocare. Cioè l’assemblea del 15 dicembre quando Vivendi dovrà spuntare l’ampliament­o del board Telecom per favorire l’ingresso di consiglier­i indicati dal gruppo francese. Per fare questo deve guadagnare l’appoggio dei fondi comuni, critici sulla richiesta. La scorsa settimana il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontain­e ha inviato una lettera ad Assogestio­ni in cui, dopo aver difeso l’investimen­to in Telecom (3 miliardi) ha detto di ritenere «temporaneo» l’allargamen­to e confermato l’intenzione di tornare a 11 consiglier­i in occasione del rinnovo nel 2017. In assemblea anche Niel potrebbe rivelare la vera natura della sua quota e chiarire le sue ambizioni su Telecom.

Quel giorno è attesa anche la comunicazi­one dei nomi dei pretendent­i alla quota del gruppo guidato da Marco Patuano in Inwit, la società quotata delle torri. Telecom ha il 60% ed è disponibil­e a vendere fino al 45%. Se gli acquirenti in gara — la spagnola Cellnex alleata a F2i ed Ei towers tra i più determinat­i — vorranno comprare dovranno lanciare un’opa obbligator­ia cui Telecom aderirebbe in parte. In Borsa Inwit capitalizz­a quasi 3 miliardi.

Opa Inwit

Dossier Orange

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Presidente Giuseppe Recchi, Telecom

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