Corriere della Sera

Laureandi, le offerte in ateneo

Oltre 150 opportunit­à con le «junior enterprise», club di studenti al lavoro

- Fabio Savelli

«Studente-consulente». Lavora in ateneo. Su progetti per le aziende. Per le piccole e medie imprese, ma anche per colossi come Microsoft, Google, Intel, Bayer. Lo fa senza scopo di lucro, all’interno di associazio­ni — ormai sono 300 in tutta Europa — che coltivano la cultura d’impresa. Sono le «Junior Enterprise­s», un ottimo viatico per farsi conoscere dalle aziende. La confederaz­ione che le ingloba conta 22mila giovani studenti-imprendito­ri. In Italia per ora le più attive sono quelle della Bocconi e dell’università Cattolica. Ma sono circa una decina gli atenei in Italia in cui stanno nascendo questi club di giovani con il tarlo dell’ imprendito­ria. Ancora pochi, in realtà. Ma è partita la contaminaz­ione su larga scala. A far da detonatore un convegno appena organizzat­o dalla Banca Popolare di Milano.

Sarà il declino del lavoro dipendente dopo 7 anni di Grande Crisi, saranno le misure incentivan­ti per le partite Iva under 35, sarà il mercato del lavoro che incoraggia l’autonomia e l’iniziativa individual­e. Sono almeno 30 i progetti che attualment­e le Junior Enterprise­s stanno portando avanti come consulenti esterni per le aziende. Per almeno 150 laureandi — ma la stima è per difetto — impegnati in collaboraz­ioni gratuite con i privati. Ecco perché — consapevol­e della necessità di embrionali forme di rappresent­anza — Jade Italia, l’associazio­ne delle junior del nostro Paese, sta cercando un’ interlocuz­ione con il governo. Giulio Veggi,project mana- ger di Jade Italia, si è messo a capo di una squadra. Ha avuto un incontro con la segreteria tecnica del ministero dell’Istruzione guidata da Francesco Lucci sano. La proposta sarebbe quella di dare unri conoscimen­to giuridico a queste associazio­ni no-prof it. Sfruttando anche l’abbrivio (culturale) della riforma della Buona Scuola che prevede forme di alternanza tra istituti e aziende anche nei licei e tecnici secondari. Immaginand­o che giovani diplomandi possano supportare le junior enterprise­s all’interno delle ore previste dalla riforma. E dall’altro lato consentire ai laureandi associati alle Junior di vedersi riconosciu­ta questa esperienza come stage curricular­e. Rileva Guia Targioni, presidente di JeCatt, che i progetti con le aziende sono tre, nel campo del digital marketing e nei social media. Aspetti spesso sconosciut­i alle pmi di casa nostra a conduzione familiare.

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