Ansaldo Sts, l’offerta Hitachi e il nodo del prezzo
( f. sav.) Con il via libera Consob al documento di offerta, il colosso Hitachi potrà finalmente lanciare l’offerta pubblica (Opa) totalitaria sulle azioni Ansaldo Sts attiva nel segnalamento ferroviario. Era un passaggio chiave per la cessione delle due Ansaldo (l’altra è Ansaldo Breda e realizza treni) dalla controllante Finmeccanica ai giapponesi. Una prima parte dell’operazione si era già completata con il trasferimento al gruppo nipponico del 40% di Sts ( nella foto il presidente Alistair Dormer) e del 100% di Breda, non quotata in Borsa. L’Opa riguarderà ovviamente il 60% delle azioni sul mercato non ancora nelle mani di Hitachi. Partirà il 4 gennaio e terminerà il 5 febbraio 2016. Il corrispettivo in contanti per ciascuna azione portata in adesione è pari a 9,50 euro. Assumendo un’adesione integrale dell’offerta siamo nell’ordine di 1,1 miliardi di euro. Questa cifra però potrebbe alzarsi dopo l’esposto presentato all’Authority di vigilanza da alcuni soci minori di Sts, tra cui il fondo Amber e Bluebell che ritengono il prezzo non congruo e a supporto hanno portato una valutazione di Royal Bank of Scotland. Analizzando i target price dei principali broker si evince però che tra agosto 2014 (quando cominciano a circolare le prime indiscrezioni) e febbraio 2015 (quando l’offerta viene presentata) soltanto Natixis (10 euro) e Kepler Chevreux (9,70) ritengono che il prezzo congruo per l’Opa sia più alto di quello riconosciuto da Hitachi. Da Bnp Paribas (9,50) ad Akros (9,20), da Mediobanca (9,20) a Imi (8,46): tutti lo attestano ad un valore più basso.
Ecogest lascia il cliente pubblico e punta alla Borsa
( f. ch.) Dalle difficoltà finanziarie di cinque anni fa all’espansione in Italia e all’estero. La svolta, per la Ecogest, è stata la decisione di abbandonare un cliente come la Pubblica amministrazione, che pagava in ritardo, e passare a clienti privati come i concessionari autostradali. Così, in pochi anni, la società di Ravenna che fa capo a Valerio Molinari è diventata tra i leader nella manutenzione ambientale del sistema stradale, con un portafoglio quinquennale di 56,3 milioni di euro. Tanto che adesso pensa alla quotazione in Borsa. Il business della pulizia stradale della gestione del verde e delle opere idrauliche è in crescita. In Italia Ecogest gestisce la manutenzione ordinaria di 3.000 km di rete autostradale in dodici regioni. I committenti vanno dal gruppo Gavio al gruppo Toto e recentemente ha firmato con Autostrade per l’Italia (Atlantia) per un appalto quinquennale sulla A1. Dopo il Nord e Centro Italia, gli affari si stanno spostando fuori confine. In Polonia è attivo il primo cantiere per i lavori di canalizzazione delle acque di superficie e di drenaggio della S5 Poznan-Wroclaw, lungo il lotto di competenza di Astaldi. In Romania sta lavorando alla demolizione interna della vecchia metropolitana di Bucarest che farà spazio alla nuova linea M5. Anche qui il committente è Astaldi. I conti, che sono sottoposti alla revisione di Pwc, si sono raddrizzati. Le banche in Italia pare siano ancora restie a dare prestiti a una Pmi. Per proseguire e finanziare l’espansione all’estero Ecogest ricorrerà al mercato e punta allo sbarco sull’Aim.