Addio a Milite, poeta e pittore
Aveva 73 anni, brevettò la bandiera arcobaleno della pace
Umile, generoso, un genio dal carattere mite ma deciso, Tonino Milite sapeva declinare nella vita il motto oraziano a lui così caro dell’aurea mediocritas. Intellettuale, poeta, pittore, è scomparso ieri a Milano a 73 anni. Celebre per aver brevettato la bandiera arcobaleno nel 1981, simbolo ormai nel mondo del pacifismo, confessava di aver avuto questa idea dopo aver accompagnato il figlio di sua moglie, Mario Calabresi, nominato direttore di «Repubblica», a una manifestazione. Si stupì di riuscire a trovare solo bandiere di partito e non una che rappresentasse la volontà comune di schierarsi contro la guerra.
Aveva esposto le proprie opere visive alla Triennale di Milano, al Mart di Rovereto, al Museo d’arte di Lugano. Nato a Tirana, in Albania, nel 1942, Milite aveva studiato a Lucca e all’Accademia di Brera di Milano. Aveva iniziato la carriera come illustratore, allievo prediletto di Bruno Munari.
Sposato con Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, aveva pubblicato numerose sillogi poetiche, come Dubi ti amo (1997), L’intermittenza del giallo (2005), MeTeOra (2008), L’ora stupita (2011). Narrava che aveva iniziato a scrivere in treno, concepito come un limbo, luogo di intermezzo fra partenza e arrivo. Dal verso «Spingendo la notte più in là» di Milite, l’uomo che lo ha cresciuto, nel 2007 Mario Calabresi, che ieri ha ricordato lo stesso Milite con un tweet, ha tratto il titolo del suo libro dedicato alle vittime del terrorismo.