Corriere della Sera

Juve, prove di restaurazi­one

Champions Bianconeri a Siviglia per il primo posto nel girone e per allungare la fila di risultati utili Allegri rilancia Morata. Buffon certifica la rinascita: «Siamo tornati la squadra che può giocarsela con tutti»

- Paolo Tomaselli

Mancano due tasselli, poi il mosaico sarà ricomposto del tutto. E l’immagine sarà ben chiara, soprattutt­o per gli avversari. Se conquista il primo posto nel girone di Champions stasera a Siviglia e se batte la Fiorentina domenica sera allo Stadium, allora davvero la nuova Juventus assomiglie­rà a quella dello scorso anno (e dei tre precedenti): una squadra che vince. E soprattutt­o che incute timore.

Pensare a guadagnare altri punti in campionato sta diventando un chiodo fisso, perché la Juve ci ha preso gusto: in 5 giornate, con 5 vittorie, la squadra di Allegri ha ripreso 10 punti alla Roma, 5 al Napoli, 4 alla Fiorentina e 3 all’Inter. E domenica c’è anche NapoliR-oma. In questo contesto di ritrovata euforia dopo due mesi molto difficili, il rischio potrebbe essere quello di sottovalut­are l’ultima missione in Andalusia. Alla Juventus basta il pareggio contro il Siviglia dell’ex Llorente, decimo nella Liga, per centrare il primo posto. Senza contare che il Manchester City deve prima battere il lanciatiss­imo Borussia Monchengla­dbach, che a sua volta vuole soffiare il terzo posto che vale l’Europa League agli spagnoli.

Tutto sembra giocare a favore dei bianconeri che ritrovano Pogba, ma devono fare a meno di Mandzukic, rimasto a Torino con l’influenza e di Evra, acciaccato dopo la sfida con la Lazio. Mancano ancora Khedira, Caceres e Hernanes, mentre Padoin e Asamoah non sono in lista Champions: «La formazione è abbastanza facile — gigioneggi­a Allegri — vediamo se la sbagliate. Non faccio assolutame­nte delle scelte pensando alla Fiorentina: conquistar­e il primo posto è molto importante per il sorteggio degli ottavi. Poi magari arrivando primi ci può capitare di peggio, però non prenderemm­o Barcellona, Real e Bayern Monaco, che in questo momento sono le squadre più forti in Europa. Vogliamo anche finire il girone imbattuti».

L’assenza di Mandzukic rilancia Alvaro Morata, l’hombre della scorsa Champions juventina, reduce da quattro panchine di fila. La coppia con Dybala, 45 anni in due, è quella del presente ma fa sognare anche per il futuro. E sono proprio i margini di migliorame­nto juventini a preoccupar­e gli avversari: «Dybala sta facendo bene, ma ci sarà il momento in cui dovrà rifiatare — sottolinea Allegri, che tiene in consideraz­ione anche Zaza —. Paulo deve migliorare: può arrivare a essere uno dei più grandi giocatori al mondo e con le sue qualità può riuscirci. Anche perché ha una cattiveria e una decisione nel fare le cose che accelerano i tempi. Così come devono averle gli altri: lo stesso Morata è un giocatore che deve diventare, per le caratteris­tiche e per le qualità che ha, uno dei più bravi in circolazio­ne».

Senza più sbagliare calzini, come fece a Moenchengl­adbach: sarà un caso ma dopo la sfuriata pubblica di Allegri per il tempo perso a bordo campo («Non è una sfilata»), Morata non è più partito titolare. Anche da questi episodi è ripartita la rinascita della Juve: «Diciamo di una certa Juve — sottolinea capitan Buffon —, una squadra con una mentalità precisa e senza nessun tipo di presunzion­e e spocchia: una Juve che se la gioca con tutti, come abbiamo dimostrato già l’anno scorso. Quest’anno proprio dall’Europa abbiamo attinto le risposte più importanti nei momenti delicati. E non a caso questa è la squadra che ha un modo di giocare le gare europee molto simile alla mia prima Juve, quella che poi ha centrato la finale di Manchester». Dopo dodici anni è arrivata Berlino. La vera differenza, a questo punto, sarebbe vincere la Coppa.

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