Milan, il gioco non c’è la confusione sì E si è perso pure Bacca
Ma Mihajlovic se la prende con «l’atmosfera strana»
Quando cresce la confusione ( dentro e fuori dal campo), quando le preoccupazioni si moltiplicano (la più importante: l’obiettivo del terzo posto che sembra già sfumato), quando i risultati deludono (il pari con il Carpi porta a 8 i punti in 8 trasferte) e l’atmosfera si fa pesante (contestazioni ad personam e generalizzate), bisogna almeno mantenere la lucidità. Sinisa Mihajlovic fin qui non l’aveva mai persa mostrando, nelle analisi post partita, di avere almeno chiaro cosa non aveva funzionato. Poi si può discutere sull’efficacia degli interventi, ma in teoria la consapevolezza dei problemi è il primo passo per risolverli.
Dopo la gara incolore contro il Carpi l’allenatore del Milan ha dato invece l’impressione di aver perso un po’ il focus. Dopo aver steccato i paragoni con Inter
«Se affonda Garcia (foto), affondiamo tutti insieme». Il d.s. Walter Sabatini, con molta coerenza perché ha sempre detto (come il d.g. Mauro Baldissoni) che alla Roma si lavora in gruppo, lega il suo destino a quello dell’allenatore romanista. Garcia è in difficoltà dopo l’1-6 di Barcellona e i due punti in tre partite (Bologna, Atalanta, Torino) che hanno fatto scendere la Roma al quarto posto in campionato. La scelta di tempo di Sabatini, così, è molto importante. Non lo e Juve, sopravvalutare la prestazione della squadra («Dovevamo vincere, abbiamo avuto molte occasioni») e indulgere nel vittimismo («C’è un’aria strana attorno al Milan, mi aspetto che il peggio debba ancora venire, ci saranno altre critiche») rischia di far spostare l’attenzione dai problemi veri. Che sono tanti, individuali e collettivi. Intanto, dopo 15 giornate, i punti sono gli stessi dell’anno scorso (24) solo che nel frattempo sono stati spesi 86 milioni. I rossoneri non hanno mai trovato continuità, quando hanno convinto è stato con squadre in netta crisi (Lazio e Samp) ed è difficile credere che questo Milan possa ambire al 3° posto. Di sicuro, però, deve far meglio del 7°.
A un passo dalla fine del girone d’andata ancora non c’è un gioco concertato e riconosciuto: dice in un momento casuale, ma alla vigilia di Roma-Bate Borisov, ultima partita del girone di Champions League, che può qualificare i giallorossi agli ottavi di finale e portare in cassa circa 20 milioni di euro. La partita di domani sera non ha scaldato il cuore dei tifosi. Sono stati venduti solo 5.000 biglietti (200 ai bielorussi), oltre ai 24 mila abbonamenti per la Champions. Tra questi, però, non vanno contati gli abbonati di curva Sud che diserteranno come sempre la gara e
Di positivo rispetto alla passata stagione c’è che lo staff tecnico è veramente unito e che un’ossatura di formazione è stata individuata. In teoria, quindi, dovrebbe essere più facile capire su quali innesti lavorare a gennaio. E qui i problemi si spostano dalla guida tecnica alla società. Quando Sinisa parla dell’«atmosfera strana» pensa soprattutto alla stampa, ma
anche alle critiche di Paolo Maldini all’ad Adriano Galliani, «ottimo dirigente che dovrebbe essere affiancato nella scelta dei giocatori». Maldini sembra il ragazzino che a un certo punto urla «Il re è nudo». Dopo le sue parole (ma solo dopo) uno stuolo di ex rossoneri si sono affrettati a dargli ragione, da Costacurta a Boban ad Albertini che ieri ha rilanciato: «Il Milan è ancora gestito come 2530 anni fa, oggi però servono delle specificità e quella sportiva ha bisogno di professionisti ad hoc, dallo scouting al resto.
Galliani nel mirino
La gestione odierna è un po’ antica ma la scelta su un cambiamento radicale spetta al presidente Berlusconi». Esatto: il presidente per ora si limita a manifestare il proprio sconforto, cambiamenti radicali sono esclusi (Galliani ha ancora tre anni di contratto), quanto al tecnico che, si sa, è sempre l’anello debole è meglio se vince con Verona e Frosinone. Mai come ora si sentirebbe il bisogno dei soldi (e del nuovo slancio) di un Mr Bee qualsiasi.