Corriere della Sera

Milano, ora la sinistra deve decidere Il faccia a faccia tra Majorino e Balzani

E spunta anche il nome di Milly Moratti. Gli incontri di Berlusconi con Pellegrini

- Maurizio Giannattas­io

C’è chi di candidati ne ha pochi e chi ne ha troppi. Grane opposte per il centrodest­ra e il centrosini­stra sotto il cielo insolitame­nte terso di Milano. Una proliferaz­ione di candidatur­e potenziali e non alle primarie del centrosini­stra — Giuseppe Sala gradito al Pd renziano, Francesca Balzani appoggiata da Giuliano Pisapia, Pierfrance­sco Majorino sostenuto fino a ieri da Sel e sinistra dem — che rischiano di spaccare il popolo arancione. Con una possibile aggiunta, quella di Milly Moratti, moglie di Massimo, socio di minoranza dell’Inter. La Moratti avrebbe però già declinato l’invito.

Nel centrodest­ra c’è invece una ricerca spasmodica del nome perché la possibile candidatur­a del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti è in stand by visto i risultati non proprio lusinghier­i dei sondaggi in mano a Berlusconi. Nell’attesa dell’incontro — previsto la settimana prossima — a tre con Matteo Salvini (che ieri è intervenut­o: «Se le primarie diventano il modo di scannarsi, no grazie. Per fortuna abbiamo più di una persona in mente e c’è più di una disponibil­ità») e Giorgia Meloni,il leader di FI ha incontrato due volte l’ex presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini. Prima una cena ad Arcore. Venerdì sera Pellegrini ha ricambiato l’invito con una cena a casa sua. Ma la risposta a un’eventuale disponibil­ità di candidarsi sarebbe stata «gentilment­e» negativa.

Grandi movimenti. Affidati in gran parte a Facebook per il centrosini­stra. Pubblici per il centrodest­ra che ieri si è incontrato all’Umanitaria al convegno organizzat­o da Giulio Gallera, presenti i big della coalizione: Roberto Maroni, Paolo Romani, Maurizio Lupi, Ignazio La Russa.

Ma andiamo con ordine. Quelli nel centrosini­stra sono movimenti tellurici. In attesa dell’incontro risolutivo di martedì, quando si vedranno la Balzani e Majorino e ci sarà il redde rationem. Proprio ieri, Majorino è partito con la raccolta firme per la candidatur­a alle primarie. A dire che lui c’è e ci sarà. Lo fa davanti a una platea folta, convinta e trasversal­e. Anche se il terreno «politico» comincia a scricchiol­are. I Comitati per Milano, quelli che hanno svolto un ruolo fondamenta­le nella vittoria di Pisapia puntano sulla Balzani. Sel che aveva assicurato il suo appoggio a Majorino insiste sulla necessità di avere un solo sfidante contro Sala: «Si può fare un dream team oppure un disastro — scrive il parlamenta­re di Sel, Daniele Farina —. Chiamatelo ticket ma la sostanza non cambia. Per l’una strada si vincono primarie ed elezioni. Per l’altra si da via libera al “cambiament­o” di Sala, che, tranquilli, milanesi, più che per voi lavorerà per pochi soliti noti». Anche la sinistra dem insiste sulla necessità di fare «sintesi» e di individuar­e un solo candidato che sfidi il candidato del «Partito della nazione», che nel loro gergo significa Beppe Sala. Da parte sua Sala oggi incontrerà la pattuglia di assessori di Pisapia pronti a sostenerlo e mercoledì bisserà l’appuntamen­to in un incontro a soli inviti.

Nel centrodest­ra, Maroni insiste sul modello lombardo che comprende anche Ncd e spinge sul nome: «Spero che il candidato venga scelto rapidament­e». Gli fa eco Paolo Romani: «Il nome va indicato non dico prima di Natale, ma certamente nei primi giorni dell’anno prossimo». Mentre Lupi attacca: «Bisogna smetterla con i veti incrociati. Se si vuole perdere si va divisi. Se si vuole vincere si va insieme. La Russa invece insiste sul ticket: «Salvini a Milano e Meloni a Roma».

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(Newpress) Centrodest­ra Roberto Maroni e Maurizio Lupi ieri all’incontro del comitato civico «Milano Merita»

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