Il duello in Cassazione sull’elezione del presidente (con l’ombra della politica)
i suoceri e la figlia di Cristian Casili, consigliere regionale pugliese del Movimento Cinque Stelle. Sua moglie, che si trovava con i genitori nella stessa auto, è ricoverata in gravi condizioni all’ospedale a Brindisi. Invece è deceduta la quinta passeggera che era un’anziana donna.
Anche Leonardo Orlandino, 21 anni di Fasano, ha perso la del capo dello Stato Sergio Mattarella, è fissato per il 22 dicembre, ma tra domani e martedì il vaglio della quinta commissione (competente per gli incarichi direttivi) renderà i giochi più chiari. Tutti interni, per ciò che riguarda i candidati, al gruppo della sinistra politico-giudiziaria che fa capo ad Area, cartello che riunisce Magistratura democratica e Movimento per la giustizia.
Oltre a Canzio sono in corsa, vita; stava guidando la sua utilitaria. Il ragazzo era conosciuto nella zona perché giocava in una squadra locale di calcio di Brindisi.
La scena apparsa ai primi soccorritori è stata subito devastante. Un guidatore, scampato all’impatto, è stato portato in ospedale a Monopoli a causa dello choc subìto.
I vigili del fuoco di Ostuni nella stessa fascia d’età, Franco Ippolito (segretario generale della Cassazione al fianco degli ultimi due presidenti, Lupo e Santacroce) e Renato Rordorf, stimato presidente di sezione alla Corte suprema e della Commissione per la riforma del diritto fallimentare. Tutti e tre fanno riferimento ad Area, sebbene Ippolito si sia speso molto di più nella vita associativa e di Md, anche come rappresentante al Csm. L’unico appartenente a una corrente diversa era Berruti, di Unità per la costituzione. Il problema però è un altro. Tutti e tre dovrebbero essere già in pensione, o andarci nel 2016, se a giugno il governo non avesse varato un decreto per lasciarli in servizio un altro anno, «al fine di salvaguardare la funzionalità degli uffici giudiziari e garantire un ordinato e graduale processo di conferimento da parte del Csm degli incarichi direttivi che si renderanno vacanti».
In pratica, una norma per assicurare continuità alla guida degli uffici, e sgravare un po’ il Csm che deve procedere a centinaia di nomine. La ratio è chiara e ieri dal coordinamento di Area è emersa l’indicazione di attenersi a questa interpretazione. Ma se Ippolito o Rordorf sono già in Cassazione (il primo in un ruolo centrale sul piano organizzativo, quasi da presidente-ombra, da diversi anni), la scelta di Canzio andrebbe a scoprire la corte d’appello di Milano costringendo il Csm a fare una nomina in più, anziché alleggerirne il carico di lavoro.
Tuttavia il decreto non im- pedisce ai settantenni «prorogati» di correre per le sedi vacanti, e anche i posti interni alla corte suprema prima o dopo andrebbero colmati. Dunque non può essere questo parametro ad escludere «l’esterno» Canzio, affermano i suoi sostenitori. Fra i quali, dopo l’uscita di scena di Berruti, ci sono i «centristi» di Unicost (sebbene la rappresentante proveniente dalla Cassazione abbia manifestato qualche dubbio). Dalla sua parte ci sono anche i «laici» di centrosinistra, mentre a favore di Ippolito resta Area (anche qui con almeno un’eccezione). La destra del Csm — i «laici» di Forza Italia e Ncd, e i
I due fronti
La divisione tra chi vede ingerenze della politica e chi le nega
togati di Magistratura indipendente — non hanno ancora espresso posizioni chiare e definite.
Una partita tra giudici sulla quale pesa l’ombra della politica,che siano realtà o congetture i sospetti sulla mossa del governo di sfilare un concorrente dalla corsa per fare spazio a un altro. Ma c’è ancora chi spera in una soluzione unitaria, anche per non mostare un Csm spaccato al cospetto del presidente della Repubblica; che potrebbe verificarsi se il voto in commissione con la netta prevalenza di un candidato inducesse i perdenti a convergere sul vincente.