MERKEL TORNA SOTTO ESAME AL CONGRESSO DELLA CDU
Al congresso della Cdu che si apre oggi a Karlsruhe, i delegati faranno alcune scelte rilevanti per la di solito noiosa politica della Germania. Se fosse solo così, niente per cui trattenere il fiato. Questa volta, però, è diverso: i militanti cristianodemocratici tedeschi diranno anche qualcosa di importante per l’intera Europa. Segnaleranno qual è lo stato di salute di Angela Merkel, la loro leader da 15 anni, da dieci cancelliera. In teoria, non ci sarebbe dovuto essere dramma: Frau Merkel è già stata riconfermata presidente l’anno scorso (96% dei voti) per un biennio. Lei stessa, però, ha alzato la posta in gioco: vuole che il congresso voti un documento, la Dichiarazione di Karlsruhe, proprio sul tema che da tre mesi la tiene sotto enorme pressione, il milione di rifugiati entrati in Germania da inizio 2015, ai quali lei ha dato il benvenuto. Molte ali del partito sono critiche con il suo rifiuto di porre un tetto al numero di asili da concedere. La cancelliera su questo non intende cedere e oggi, nel suo intervento, lo ribadirà al congresso. Il voto sulla Dichiarazione di Karlsruhe, dunque, diventerà di fatto un voto di fiducia. Da come andrà, si potrà capire se la «cancelliera del mondo libero» (copyright Time) ha buone chance per restare tale anche dopo le elezioni tedesche del 2017. Fino all’estate scorsa, la risposta sembrava scontata: sì, rimarrà a riempire le nostre vite fino al 2021. Oggi non lo è più. La Cdu e i grandi del partito, a cominciare da Wolfgang Schäuble, dovranno segnalare se vogliono sostenere la novità che Frau Merkel, ora politicamente vulnerabile, ha introdotto nella politica europea oppure se preferiscono navigare a vista, come si usa nel Vecchio Continente. Soprattutto, dovranno tenere presente che la Germania ha un ruolo enorme in Europa, e che un’Europa senza Frau Merkel e con Berlino in ritirata potrebbe vacillare. Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it aro direttore, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, in un’intervista sul caso della Banca Etruria sul Corriere della Sera di ieri e in forma più estesa su Facebook, sottolinea che è dovere del governo e della Banca d’Italia «dare ai cittadini molte risposte e chiarire ritardi, insufficienze e errori».
Il presidente Rossi anticipa già la sua risposta. Essa consiste in due affermazioni di principio, riferite l’una al ministro Maria Elena Boschi («l’idea che eventuali colpe dei padri ricadono sui figli è profondamente autoritaria e illiberale»), l’altra al presidente del Consiglio Matteo Renzi («Renzi non può essere considerato responsabile di tutto»), con le quali non si può che concordare, e in una valutazione