I garanti della privacy a giorni alterni
Ma come sono diventati improvvisamente loquaci il presidente dell’Authority per la privacy Antonello Soro e il Garante presso la Ue Giovanni Buttarelli. Immediata la loro denuncia per la direttiva che impone alle compagnie aeree di consegnare tutti i dati dei passeggeri che transitano in Europa alle forze di polizia in funzione antiterrorismo. Che pericolo per la nostra privacy. Che poco rispetto per l’inalienabile sfera privata violentata. Che oltraggio alla riservatezza dei cittadini. Solo ora, però. Parlano solo quando si affronta il tema della sicurezza e delle misure d’emergenza dopo la strage di Parigi. E prima? Prima silenzio, silenzio assoluto, omaggio incondizionato ai metodi delle autorità giudiziarie. In quei casi la privacy può essere distrutta, ma i Garanti, con i loro affollati uffici, non protestano: obbediscono tacendo. Per dire, con questa marea, questa tracimazione incontrollata di intercettazioni, tantissime vite di cittadini nemmeno indagati sono state distrutte. Oramai si pubblicano messaggi, stralci di telefonate senza che nemmeno siano ricordate le inchieste in cui sarebbero collocati. Una corsa alla devastazione della vita privata che lascia i garanti per la privacy silenti, complici, totalmente alla mercé di questo imbarbarimento del costume civile prima ancora dello Stato di diritto. Oramai sono rese pubbliche, con artifici giuridici che aggirano il limite del segreto istruttorio, migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni che non avranno alcun peso nelle vicende giudiziarie. Spunta la figura del «coinvolto», della persona nemmeno indagata che per qualche misteriosa ragione viene tirata in ballo in una storia in cui non c’entra, senza alcuna responsabilità penale. Solo lo sputtanamento definitivo della vita, pubblica e privata. Che cosa volete che sia per i garanti della privacy, che si risvegliano solo quando entra in collisione il tema della sicurezza con quello del rispetto della sfera privata. E forse la guerra santa contro l’evasione fiscale ha animato qualche protesta per la totale visibilità di ogni atto che riguardi il cittadino totalmente «tracciabile» sotto lo sguardo del Grande Fratello che tutto registra, incrocia con l’assoluta impossibilità di preservare una sfera di privatezza, di riservatezza, perché no?, di segreto. Dovrebbe esistere un ambito in cui l’occhio dello Stato non penetra, non spia, non invade. Ma i garanti tacciono.