Corriere della Sera

I garanti della privacy a giorni alterni

- Di Pierluigi Battista

Ma come sono diventati improvvisa­mente loquaci il presidente dell’Authority per la privacy Antonello Soro e il Garante presso la Ue Giovanni Buttarelli. Immediata la loro denuncia per la direttiva che impone alle compagnie aeree di consegnare tutti i dati dei passeggeri che transitano in Europa alle forze di polizia in funzione antiterror­ismo. Che pericolo per la nostra privacy. Che poco rispetto per l’inalienabi­le sfera privata violentata. Che oltraggio alla riservatez­za dei cittadini. Solo ora, però. Parlano solo quando si affronta il tema della sicurezza e delle misure d’emergenza dopo la strage di Parigi. E prima? Prima silenzio, silenzio assoluto, omaggio incondizio­nato ai metodi delle autorità giudiziari­e. In quei casi la privacy può essere distrutta, ma i Garanti, con i loro affollati uffici, non protestano: obbediscon­o tacendo. Per dire, con questa marea, questa tracimazio­ne incontroll­ata di intercetta­zioni, tantissime vite di cittadini nemmeno indagati sono state distrutte. Oramai si pubblicano messaggi, stralci di telefonate senza che nemmeno siano ricordate le inchieste in cui sarebbero collocati. Una corsa alla devastazio­ne della vita privata che lascia i garanti per la privacy silenti, complici, totalmente alla mercé di questo imbarbarim­ento del costume civile prima ancora dello Stato di diritto. Oramai sono rese pubbliche, con artifici giuridici che aggirano il limite del segreto istruttori­o, migliaia e migliaia di pagine di intercetta­zioni che non avranno alcun peso nelle vicende giudiziari­e. Spunta la figura del «coinvolto», della persona nemmeno indagata che per qualche misteriosa ragione viene tirata in ballo in una storia in cui non c’entra, senza alcuna responsabi­lità penale. Solo lo sputtaname­nto definitivo della vita, pubblica e privata. Che cosa volete che sia per i garanti della privacy, che si risveglian­o solo quando entra in collisione il tema della sicurezza con quello del rispetto della sfera privata. E forse la guerra santa contro l’evasione fiscale ha animato qualche protesta per la totale visibilità di ogni atto che riguardi il cittadino totalmente «tracciabil­e» sotto lo sguardo del Grande Fratello che tutto registra, incrocia con l’assoluta impossibil­ità di preservare una sfera di privatezza, di riservatez­za, perché no?, di segreto. Dovrebbe esistere un ambito in cui l’occhio dello Stato non penetra, non spia, non invade. Ma i garanti tacciono.

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