Consulta, ora si vota a oltranza
Trentesima fumata nera, da oggi Parlamento convocato tutti i giorni alle 19 E con il Natale alle porte c’è chi prevede: vedrete che finiremo presto
A questo punto — dopo la trentesima fumata nera sull’elezione dei tre giudici della Consulta ancora mancanti dal plenum — assume consistenza la formula 2+1 da giocarsi però in due tempi diversi. Tradotto, questo vorrebbe dire che prima o poi, comunque entro Natale, Pd e Cinque Stelle si metteranno d’accordo ed eleggeranno i rispettivi cavalli di razza: i professori Augusto Barbera e Franco Modugno. E L’accusa di Boldrini: questa inconcludenza logora la dignità delle Camere come annunciato e disposto dai presidenti di Camera e Senato, si va avanti a oltranza con la «chiama» dei senatori e dei deputati: tutte le sere alle 19, anche di sabato e di domenica e se necessario tra Natale e Capodanno. Insomma, da stasera l’esame sarà quotidiano e molti parlamentari iniziano a vedere l’ombra di un’ipoteca sulle vacanze di Natale: «Se si va avanti a oltranza vedrete che faremo presto», confessa Elio Massimo Palmizio di Forza Italia davanti alle direttive perentorie del segretario d’Aula Rocco Palese.
Ieri la terna ufficiale Barbera-Sisto-Nicotra non ha avuto un rating perché i partiti si sono nascosti, per paura di un flop, dietro la scheda bianca (ne sono state contate 444). Solo il professore Modugno, spinto dai Cinque Stelle, ha superato quota 100 voti.
E oggi si riparte praticamente da zero. Nella notte molti degli sherpa incaricati di risolvere i «problemi dell’Aula» hanno fatto le ore piccole dietro le ultime grane della legge di Stabilità, che arriverà solo domani in Aula con la probabile richiesta di fiducia da parte del governo. Per cui, stancamente, solo stamattina, potrà ripartire un abbozzo di trattativa tra i partiti.
«Troppo tardi per lo scrutinio serale», dice Danilo Toninelli, plenipotenziario del M5S, che chiede tempo al Pd perché il movimento di Grillo, ha bisogno di almeno un giorno per metabolizzare (o per respingere) l’ipotesi di un voto incrociato Barbera-Modugno.
In realtà le condizioni poste dai grillini sono pesanti per il Sherpa in difficoltà Il Pd prova il dialogo con i 5 Stelle che però chiedono: lasciate FI
Pd di Renzi che anche sulla Corte dialoga con Forza Italia: «Innanzitutto devono mollare Sisto e Forza Italia e poi ne riparliamo», dice Toninelli lasciando intendere che prima o poi i Dem tratteranno.
Però la politica è fatta anche di coincidenze capaci di creare effetti collaterali indesiderati. Ieri lo stato maggiore dei Cinque Stelle guidato da Alessandro Di Battista ha presentato l’annunciata mozione di sfiducia individuale contro Maria Elena Boschi (caso della Banca dell’Etruria in cui il padre del ministro è stato consigliere di amministrazione e vice presidente). La mossa grillina non agevola certo il lavoro dei pontieri tessitori di un accordo con il Pd sulla Consulta: «È ovvio che la mozione non aiuta ma fa parte della dinamica parlamentare. E noi tendiamo a separare i problemi», osserva fiducioso Toninelli.
Il capogruppo del Pd Ettore Rosato, dopo aver dato indicazione per la scheda bianca al trentesimo scrutinio, ha confermato che il candidato del Pd è e riamane Barbera. Ma si sta viaggiando verso il «remake» del ritiro di Luciano Violante che, mesi fa, nella tornata precedente per la Consulta, ha resistito a lungo ma poi, anche a causa di un non meglio identificato «fuoco amico», decise di ritirarsi.
«Questa inconcludenza logora la dignità del Parlamento», è tornata a da avvertire la presidente della Camera Laura Boldrini. Decisa a non mollare sulle convocazioni a oltranza.
La «dignità»
La trattativa