Corriere della Sera

Stop alle trivelle offshore, Emiliano esulta con i comitati «Roma teme il referendum»

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Il giorno dopo la presentazi­one da parte del governo Renzi di alcuni emendament­i alla legge di Stabilità che vietano trivellazi­oni entro 12 miglia dalle coste, il primo a esprimere soddisfazi­one è il Coordiname­nto nazionale No Triv. Secondo il quale la mossa del governo sarebbe il tentativo di scongiurar­e i sei quesiti referendar­i promossi da dieci Consigli regionali. «Gli emendament­i — osservano i No Triv — ricalcano le nostre richieste e del comitato “Verso il referendum”, recependo buona parte dei quesiti relativi alle procedure di autorizzaz­ione per le estrazioni petrolifer­e sia in mare, sia su terraferma».

In seguito alle proposte di modifica presentate dal governo, se il Parlamento darà il via libera, verrà per esempio fermato il contestato progetto «Ombrina Mare», autorizzat­o dal decreto Sblocca Italia. Non solo, in discussion­e anche altre iniziative nell’Adriatico e nel Canale di Sicilia. «Sembra che il governo abbia fatto una totale retromarci­a sulle proprie intenzioni di far trivellare l’Adriatico e lo Ionio alla ricerca di idrocarbur­i — osserva Michele Emiliano, presidente della Puglia —. La istituzion­ale rivolta popolare delle associazio­ni ambientali­ste e delle Regioni del sud governate dal centrosini­stra, assieme alla chiara e vincolante indicazion­e giunta all’Italia dall’accordo sul clima di Parigi, hanno alla fine sconsiglia­to al governo di affrontare la battaglia referendar­ia».

Lettura diversa dal M5S. «Ci sorprende che i governator­i regionali stiano cantando vittoria — dice la deputata Mirella Liuzzi —. È una vittoria assolutame­nte parziale e furba: scardina il referendum contro le trivelle promosso proprio dalle Regioni senza però risolvere il problema. Chiediamo invece una moratoria completa delle trivelle».

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