La frecciata ad Alonso: «Vettel è già più ferrarista»
Seb ha conquistato tutti, nel 2016 deve riscattarsi Raikkonen: «La paternità lo ha migliorato»
MARANELLO Un amore travolgente capace di cancellare ricordi ed emozioni. Un anno dopo, tutto ritorna al ragazzo «innamorato» del Cavallino, che da bambino scrutava oltre i cancelli di Maranello — quel giorno erano chiusi — coltivando un sogno. Tre vittorie, tredici podi — come lui nessuno al debutto — e tante lezioni d’italiano, Sebastian Vettel ha conquistato i cuori rossi.
Il colpo di fulmine lo descrive Sergio Marchionne alla sua maniera con un paragone ingombrante con l’ultimo totem ferrarista, Alonso, fuggito via fra rancori e turbamenti: «Sebastian il primo giorno era già più ferrarista di quanto non lo sia stato Fernando all’uscita dopo cinque anni passati nella scuderia. Davanti a una platea di 1.200 persone Sebastian ha parlato in un italiano perfetto, aveva imparato il discorso a memoria. Ha un grandissimo cuore, dedizione totale e ha dimostrato la mentalità giusta per raggiungere gli obiettivi. Sembra che sia con noi da dieci anni».
Un elogio che non lascia spazio a rimpianti, nonostante i due Mondiali sfiorati dal grande ex e i suoi undici successi. La passione con Fernando è sfiorita fra veleni e finti sorrisi: da una parte le continue stoccate dello spagnolo («Me ne sono andato perché ero stufo di arrivare secondo»), dall’altra il grande gelo: in Russia, alla festa per i 250 Gp, pochissime tute rosse si sono fatte vedere nel garage McLaren. Passerà.
Sempre che Alonso riesca a digerire l’orrenda stagione appena trascorsa: il misterioso incidente nei test a Barcellona, ritiri a raffica, doppiaggi umilianti da matricole e appena undici punti, una miseria per un ex iridato. Tentato dall’idea di concedersi un anno sabbatico ha resistito, ma quanto resisterà ancora se anche nel 2016 il calvario dovesse continuare?
L’anno che verrà è decisivo anche per Kimi Raikkonen, stracciato dal debuttante Seb. Marchionne è convinto che si risolleverà: «Abbiamo visto due parti di un film: una meno bella l’altra più convincente. Kimi è cambiato molto: la paternità l’ha reso più riflessivo. L’altro giorno orgoglioso mi ha mostrato una foto del figlioletto. È molto più concentrato, da lui mi aspetto una stagione fenomenale».
A 93 giorni dal primo Gp in Australia il team principal Maurizio Arrivabene precisa le regole di ingaggio: «Nessun favoritismo, riserviamo lo stesso trattamento ai due piloti. Ognuno corre per sé, il primo da battere è sempre il compagno di squadra».