Corriere della Sera

«Vicina a Maria Elena ma deve dimettersi Il premier per me parlò di questione di stile»

- Tommaso Labate

«Qua siamo all’apoteosi del doppiopesi­smo di Renzi. Due anni e mezzo fa, neanche le parole di Giancarlo Caselli in difesa della Cancellier­i gli bastarono. Scoppiò il caso Ligresti e lui chiese le dimissioni dell’allora ministro. Anche nel gennaio del 2014, quando io ero vittima della macchina del fango senza essere indagata, disse che la mia uscita dal governo era una “questione di stile”. E adesso…».

Sta rendendo pan per focaccia a Maria Elena Boschi, onorevole?

«Al contrario, non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io. E le sono anche umanamente vicina. Ma le dimissioni sono sacrosante». Nunzia De Girolamo annuncia il suo voto favorevole alla mozione di sfiducia che il centrodest­ra unito ha presentato contro l’intero governo. «Essere di sinistra», scandisce l’ex ministro dell’Agricoltur­a, «è sempre più facile che essere di destra». Perché, scusi? «Quando le conversazi­oni di Berlusconi in casa sua sono finite sui giornali, in tanti non hanno avuto lo stesso riguardo che c’è oggi per la Boschi. La stessa cosa accadde a me quando le parolacce che pronunciav­o a casa mia, registrate abusivamen­te da un tizio che ora è sotto processo, fecero il giro d’Italia». È d’accordo con Grillo, insomma. «Il doppiopesi­smo di Renzi è agli atti». Il decreto salvabanch­e prefigura un conflitto d’interessi della Boschi?

«A prescinder­e dal conflitto d’interessi, esiste anche per la Boschi quell’opportunit­à politica che venne rinfacciat­a al me. E anche alla Cancellier­i. La differenza rispetto a oggi è che allora Renzi non era premier. Anzi, si muoveva per far cadere il governo Letta».

Rimpiange di essersi dimessa da ministro?

«Per nulla. Non mi sono certo dimessa per Renzi. Ma per tenere al riparo la mia famiglia e per difendermi meglio. Consiglio alla Boschi di fare lo stesso».

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