Corriere della Sera

Il leader pd preoccupat­o per l’impatto sui consensi: dobbiamo dare un segnale

Ma è convinto che la mossa di FI sarà un boomerang

- di Maria Teresa Meli

«Bisogna circoscriv­ere questa vicenda e voltare pagina». Anche se davanti alle telecamere di Porta a Porta fa mostra di non essere preoccupat­o, con i collaborat­ori Matteo Renzi non nasconde di nutrire qualche timore.

A impensieri­rlo non sono certo le mozioni. Anzi. Vorrebbe «votarle il prima possibile» per «lasciarsi questa storia alle spalle». Il presidente del Consiglio sa bene di avere un’ampia maggioranz­a alla Camera, e sa che anche al Senato i parlamenta­ri di Denis Verdini, checché ne dicano i grillini, non saranno necessari perché la sinistra interna «si sta comportand­o in maniera seria e leale». Perciò un voto del genere, tanto più dal momento che le opposizion­i non si esprimeran­no tutte in maniera compatta per la sfiducia, può solo «rafforzare» il governo e la posizione della ministra Maria Elena Boschi. È questa la ragione per cui lo vorrebbe subito.

Non solo, c’è un altro aspetto di questa storia delle mozioni di sfiducia che secondo Renzi gioca in suo favore. L’uscita di FI, che ha deciso di rincorrere la Lega e il Movimento cinque stelle, viene infatti vista dal premier come un «vero e proprio boomerang», perché dimostra che quel partito è «garantista a corrente alternata», cioè solo quando ci sono in ballo questioni che riguardano Silvio Berlusconi.

È una mossa, quella di Forza Italia, che secondo Palazzo Chigi creerà sconcerto nell’elettorato azzurro, in quell’elettorato al quale Renzi non nasconde di puntare in vista delle elezioni amministra­tive, ma, soprattutt­o, delle politiche, che il premier ritiene si debbano tenere nel febbraio del 2018.

Un pezzo di quell’elettorato, del resto, stando ai sondaggi che arrivano con regolare frequenza al Pd, è già stato conquistat­o e Renzi è convinto che lo spettacolo di una FI appiattita sulle posizioni di Grillo contribuir­à a provocare altre fughe.

Ma allora che cosa preoccupa il presidente del Consiglio? Non il «solito teatrino» allestito alla Camera e al Senato, bensì l’impatto che questa vicenda può avere sugli italiani. «I risparmiat­ori sono molti in Italia e dobbiamo evitare che non si fidino più di noi per colpa di tutto il clamore mediatico che viene dato a questa vicenda...», riflette il premier con i fedelissim­i. I sondaggi riservati di Palazzo Chigi, finora, sono confortant­i da questo punto di vista. Da quei dati emerge che per il 70 per cento degli italiani la colpa della situazione in cui si trovano le quattro banche salvate è degli stessi istituti bancari, mentre solo per il 13 per cento la responsabi­lità è da attribuirs­i al governo. Quanto alle intenzioni di voto, il Pd è stabile al 33,6, mentre i grillini perdono lo 0,2 rispetto alla settimana scorsa, attestando­si sul 26,5 per cento.

Ma il problema è che non è affatto detto che la vicenda giudiziari­a si chiuda qui. Nel Pd sono preoccupat­i che possa arrivare un avviso di garanzia al padre della ministra Boschi. Il che comportere­bbe nuove polemiche e nuovi contraccol­pi. Per questa ragione il presidente del Consiglio continua a ripetere ai suoi che occorre «voltare pagina». Il premier, però, sa anche che questo non basta: non è sufficient­e cercare di rassicurar­e i risparmiat­ori. Ci vuole «un intervento forte per cambiare il sistema bancario», bisogna dimostrare che questo governo «al contrario dei precedenti» non intende «lasciare le cose come stanno»: «I miei predecesso­ri — ragiona Renzi con i collaborat­ori — hanno fatto un grosso sbaglio a non consolidar­e il sistema bancario italiano e ora noi non possiamo sottrarci a questa responsabi­lità. Tocca al nostro governo provvedere in questo senso».

E con la stessa determinaz­ione, secondo il presidente del Consiglio, bisogna spingere per la costituzio­ne di una commission­e parlamenta­re di inchiesta monocamera­le, composta da una ventina di esponenti. In questo modo si darà il segnale che l’esecutivo «non ha paura di accertare la verità, perché ha sempre agito con trasparenz­a ed è quindi suo interesse che questo organismo prenda vita».

La commission­e Secondo il leader pd bisogna spingere per la commission­e di inchiesta parlamenta­re

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