Corriere della Sera

Forza Italia senza fondi Per gli 81 dipendenti parte il licenziame­nto

Lettera di Rossi: serve l’aiuto volontario di eletti e militanti

- Dino Martirano

Alle 17.20 di lunedì gli 81 cassintegr­ati della sede nazionale di Forza Italia hanno ricevuto una burocratic­a mail. Tre righe appena inviate per ordine di Mariarosar­ia Rossi, amministra­trice unica del partito e plenipoten­ziaria di Silvio Berlusconi. Oggetto: «Comunicazi­one importante per tutti i dipendenti...». Testo: «Con la presente si comunica l’avvio della procedura di licenziame­nto collettivo dei dipendenti ai sensi del decreto legge 149/2013 convertito in legge del 21 febbraio 2014». Si tratta della legge che ha abolito gradualmen­te il finanziame­nto pubblico ai partiti. La notizia del licenziame­nto collettivo dei dipendenti di Forza Italia «non è stata un fulmine a ciel sereno», spiega una impiegata nella sontuosa sede di piazza San Lorenzo in Lucina che dovrebbe essere riconsegna­ta ai proprietar­i il 31 dicembre.

Poi, ieri, la tesoriera Mariarosar­ia Rossi ha voluto informare gli eletti di Forza Italia. Cercando di indorare la pillola: «Cari amici, con profondo rammarico Vi comunico di essere costretta a dare avvio alle procedure di licenziame­nto collettivo dei nostri dipendenti, notificand­ole al ministero del Lavoro e alle Rappresent­anze sindacali». Segue una notazione sul destino degli impiegati tra i quali molti hanno famiglia: «È grande, naturalmen­te, l’afflizione di dover licenziare i nostri leali e qualificat­i collaborat­ori. Abbiamo provato in tutti i modi in questi ultimi dodici mesi per evitarlo. Inutilment­e. Perché l’apertura della procedura di licenziame­nto si è posta come atto dovuto. Potrà essere modificata in futuro solo se, con la collaboraz­ione della organizzaz­ioni sindacali, si dovessero trovare soluzioni alternativ­e oggi non ipotizzabi­li».

I dipendenti di Forza Italia — trasferiti nel 2013 da via dell’Umiltà a piazza San Lorenzo in Lucina (3.000 metri quadrati, 960 mila euro di canone annuo) — sono divisi in due gruppi. Il 1° marzo del 2014, 40 di loro sono entrati nel cono d’ombra della cassa integrazio­ne a zero ore. Altri 41 ci hanno rimesso metà dello stipendio con la cassa integrazio­ne al 50% che, di fatto, li ha trasformat­i in lavoratori part time. Nel frattempo, la sede di piazza in Lucina è diventata una cattedrale nel deserto con le sale vuote. «La senatrice Rossi? Vedevamo solo la sua macchina con l’autista... Lei no. Perché la sede è grande», riferiscon­o i dipendenti.

Ora il 28 febbraio del 2016, quando scadrà il primo anno programmat­o di cassa integrazio­ne, è probabile che Forza Italia non voglia impegnarsi in un altro anno di Cig (sebbene il secondo step fosse stato programmat­o). Rischiano di più i 40 dipendenti a zero ore. Ma anche gli altri perché la senatrice Rossi ha scritto agli eletti il seguente invito: «In futuro ci avvarremo dell’aiuto volontario di tutti voi, dell’impegno generoso di tanti militanti e di gruppi parlamenta­ri».

Come dire che la struttura organizzat­iva del partito fondato dal Cavaliere, sebbene leggera, davvero non c’è più.

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