Quattro giudici per «MasterChef»: avremo regole più severe
«Quest’anno i concorrenti avranno un grosso problema in più» scherza dall’alto dei suoi 120 chili Antonino Cannavacciuolo. Nonostante le due stelle Michelin, il suo ingresso tra i giudici di «MasterChef» è in punta di piedi. «Conoscete il lato televisivo di Cracco e Barbieri: io invece da 20 anni provo a imitare le loro ricette».
È lo chef napoletano il nuovo ingrediente della quinta stagione di MasterChef Italia, al via domani: 18 mila aspiranti chef per 20 grembiuli. Un percorso gastronomico lungo 12 prime serate su Sky Uno. «Si prende qualcuno per salvare un programma in crisi: questo invece è un format di successo a cui chiunque vorrebbe partecipare».
Ai fornelli, il codice Cannavacciuolo è piuttosto immediato. «Se il piatto mi piace tiro una pacca sulla spalla, se mi sento preso in giro mi arrabbio» racconta. Di lui, che nella prossima stagione condurrà ancora «Cucine da incubo» su Fox Life, alla fine prevale spesso il lato buono. «In 3 mesi di gara ci si affeziona a tanta gente» ammette. Per via di quell’empatia che resta l’elemento distintivo con le edizioni straniere del programma. «In Italia valorizziamo la cultura gastronomica: non so se facciamo l’edizione migliore, di certo è quella in cui si comunica meglio la storia di chi attraverso il cibo vuole cambiare vita» dice Joe Bastianich, che di ristoranti nel mondo ne ha aperti 30 e che le uniche difficoltà le trova nella cucina di casa. «Mia moglie non apre il frigo, i miei figli odiano tutto quello che piace a me, quindi cibo, moto e musica».
L’extension in giuria è stata già sperimentata a «X Factor». Con 4 giudici, oltre ai tempi televisivi («saremo più sintetici» spiega Bruno Barbieri, che ad aprile aprirà un nuovo ristorante a Bologna) cambiano gli equilibri: «In caso di parità nelle votazioni, il concorrente andrà a casa». Più dura quindi guadagnarsi la fiducia. Il merito prima di tutto, anche per stemperare la scia di polemiche sul finale dello scorso anno, quando «Striscia la notizia» anticipò il nome del vincitore. «Non siamo pentiti delle nostre scelte, abbiamo sempre cercato di premiare il migliore» spiega Carlo Cracco. E sul filo dell’ironia è nato l’hashtag #havintomasterchef, con cui il pubblico potrà nominare il suo vincitore immaginario.
Confermate le prove in esterna: anche quest’anno sconfineranno in Europa. E tra bagnini romagnoli e picnic gourmet, ci sarà una grigliata da cucinare nel ranch di Valentino Rossi, a Tavullia.