Corriere della Sera

La diva in corsa ai Globes per il film sulla donna che progettò il «miracle mop»

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LOS ANGELES «Mi è molto piaciuto portare sul grande schermo una donna all’apice di un successo ottenuto solo con le sue forze, con la capacità di credere nei propri sogni. Perché Joy Mangano crede davvero che ci sia una parte fantastica nella vita che ci è concessa e, senza indugi, ha fatto sua questa magia», dice Jennifer Lawrence, premio Oscar per Il

lato positivo.

Il personaggi­o che ha interpreta­to in Joy è la vera Joy Mangano. Un’imprenditr­ice italoameri­cana di 59 anni, oggi alla guida della Ingenious Designs, che vanta la patente di oltre cento ingegnose trovate e ha il brevetto del «miracle mop», ossia la magica scopa con strisce di cotone bianco per pulire i pavimenti, conosciuta in Italia come «mocio».

Nella biografia a lei dedicata dal regista David O.Russell, l’indomita eroina di Hunger Games (idolo di migliaia di adolescent­i) propone la vita anche complicata di questa donna con la passione per le invenzioni. Single con tre figli, ha un ex marito di cui è sempre rimasta amica e una squinterna­ta e simpatica famiglia alle spalle, con la madre Terry (Virginia Madsen), che passa il suo tempo a guardare le soap in tivù, e un padre (Robert De Niro) che crede nelle qualità della sua bizzarra figliola e che ha come nuova compagna la ricca Trudy (un’inedita Isabella Rossellini), disposta a finanziare le trovate di Joy.

Sorride Jennifer che per questo ruolo è in gara ai prossimi Golden Globes come miglior attrice: «Siamo alla terza collaboraz­ione con Russell e De Niro, ed è stato emozionant­e questa volta avere Robert come “papà”».

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