Corriere della Sera

Maratona negoziale fra Kerry e Putin «Terreno comune» sul futuro della Siria

- di Fabrizio Deagosei

Non ci siamo concentrat­i sulle nostre differenze o su Assad, ma sul processo politico

L’incontro con Vladimir Putin si è concluso nella notte, anche perché di cose da chiarire il segretario di Stato John Kerry ne aveva molte. Russia e Stati Uniti hanno trovato un «terreno comune» sul quale dovrebbe basarsi l’inizio dei negoziati per una soluzione politica della guerra in Siria. Venerdì prossimo i ministri degli Esteri si ritroveran­no nuovamente a New York per cercare altri punti condivisi. Ma su tante questioni le posizioni sono ancora distanti, come si è

visto dalle dichiarazi­oni rilasciate prima e dopo gli incontri moscoviti di Kerry. Il segretario di Stato ha espresso la sua preoccupaz­ione per i bombardame­nti russi che, a detta degli Stati Uniti e di altri Paesi della coalizione, continuano a essere indirizzat­i verso forze anti-Assad più che verso le roccaforti dell’Isis. Tra i punti concordati c’è il fatto che L’Isis e il gruppo Al-Nusra (che si richiama ad AlQaeda) non parteciper­anno ai negoziati. L’esclusione dell’Isis sembra del tutto ovvia. La posizione di Al-Nusra è invece più complessa perché a questa organizzaz­ione sono affiliati anche alcuni dei gruppi sostenuti dalla Turchia. Che la situazione sia più che confusa lo dimostra pure la creazione di una nuova coalizione islamica sotto l’egida dell’Arabia Saudita di cui si è sentito parlare all’improvviso. Potrebbe essere la risposta alla richiesta americana di un maggior coinvolgim­ento degli Stati della regione, soprattutt­o quelli sunniti. Secondo quanto si è saputo, ne faranno parte 34 nazioni, dall’Egitto alla Malesia (è escluso, invece, l’Iran a maggioranz­a sciita). La cosa più sorprenden­te è che il segretario alla Difesa Usa Ash Carter ha detto di non averne saputo nulla e si è ripromesso di avere maggiori informazio­ni dai sauditi. Dunque una coalizione che dovrebbe affiancare quella guidata da Washington e della quale dovrebbero già far parte alcuni dei Paesi entrati nel nuovo gruppo coordinato dai sauditi. Il problema, in ogni caso, è che molti di questi Paesi non hanno la possibilit­à o la volontà di schierare truppe sul terreno, cosa che tutti gli esperti ritengono fondamenta­le, al di là dei bombardame­nti. In ogni caso, nonostante le differenze Russia e Stati Uniti si propongono di lavorare per arrivare a un più stretto coordiname­nto dei loro sforzi e, naturalmen­te, a una integrazio­ne con tutti i Paesi che operano contro l’Isis. Sarà quindi impossibil­e escludere Teheran che agisce sia con sue truppe che tramite gli Hezbollah libanesi. In questa fase Usa e Russia cercano di lavorare sui punti d’intesa: «Oggi ci siamo concentrat­i non sulle nostre differenze o su Assad, ma sul processo politico», ha dichiarato ieri sera Kerry.

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Stretta di mano Il segretario di Stato Usa John Kerry ieri, a Mosca, con il presidente Vladimir Putin
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