Corriere della Sera

Mattarella vede Cantone e Vegas Ecco i criteri per definire i rimborsi

In mille avranno l’intera cifra, altri 1.500 una parte. Il presidente di Consob: mai pensato di dimettermi

- Lorenzo Salvia lorenzosal­via © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Manifesta incongruit­à nell’allocazion­e di portafogli­o». La formula è tecnica, come inevitabil­e che sia. Ma dovrebbe essere questo il criterio per decidere chi avrà diritto a un rimborso tra i risparmiat­ori che hanno perso i soldi investiti nelle ormai famose obbligazio­ni subordinat­e delle quattro banche salvate per decreto dal governo, Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife. Cosa vuol dire quella formula?

A recuperare i loro soldi saranno quelle persone che avevano investito i loro risparmi in un modo chiarament­e incongruo, considerat­o il loro profilo, a prescinder­e dal fatto che siano stati ingannati o siano stati solo sprovvedut­i. Pochi soldi ma concentrat­i in quelle obbligazio­ni subordinat­e che sono più rischiose delle altre, perché in caso di guai vengono rimborsate solo dopo aver soddisfatt­o gli altri creditori. Quanti saranno? Sui 10.559 risparmiat­ori che avevano comprato i bond delle quattro banche, dovrebbero rientrare di sicuro 1.010 persone: quelle che avevano un patrimonio inferiore ai 100 mila euro, di cui oltre la metà investito proprio in obbligazio­ni subordinat­e. Qualcosa indietro potrebbe ottenere anche una seconda categoria, ma i casi saranno pochi: 1.484 clienti che avevano sempre meno di 100 mila euro ma con un investimen­to in subordinat­e compreso fra il 30 e il 50%. Dovrebbero restare tutti fuori, invece, gli 8.065 clienti che avevano in banca più di 100 mila euro, con una quota di subordinat­e sotto al 30%.

I dettagli per gli arbitrati saranno fissati nel decreto che il ministero dell’Economia dovrà emanare entro marzo, come previsto dalla legge di Stabilità. Ma non è ancora chiaro se servirà un secondo provvedime­nto per formalizza­re il ruolo dell’Autorità anticorruz­ione guidata da Raffaele Cantone. Ieri lo stesso Cantone è stato ricevuto dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che in serata ha ricevuto anche Giuseppe Vegas, presidente della Consob, il quale ha detto di «non aver mai pensato alle dimissioni». Dopo l’incontro dei giorni scorsi con il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il presidente della Repubblica ha così chiuso il giro fra le istituzion­i che si sono occupate e si occuperann­o del caso. I collegi saranno guidati dall’Autorità anticorruz­ione ma coinvolger­anno anche tecnici

I giudizi penali su eventuali truffe non si fermeranno con gli arbitrati

della Banca d’Italia e della Consob. Gli arbitrati, inoltre, non fermeranno né gli eventuali giudizi penali, in caso si dimostri che quei risparmiat­ori erano stati non solo mal consigliat­i ma anche truffati. Né gli accertamen­ti della Consob che riguardano il piano amministra­tivo. Si viaggia in parallelo, dunque. Ma ci sono ancora due nodi da sciogliere.

Il primo riguarda i fondi a disposizio­ne per i risarcimen­ti. Al momento ci sono 100 milioni ma anche nella maggioranz­a sono in molti a chiedere di aumentare le risorse. Il governo è prudente. Non solo perché per risarcire integralme­nte i mille risparmiat­ori della fascia più esposta di milioni ne basterebbe­ro 27. Ma anche per non creare un precedente «troppo generoso» in caso di altre crisi che nessuno può escludere. Il secondo nodo riguarda la commission­e parlamenta­re che dovrà chiarire

Csm Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini ieri all’assemblea plenaria del Consiglio superiore della magistratu­ra

( Ansa)

i fatti. Il senatore pd Enrico Marcucci ha presentato una proposta di legge per creare una commission­e bicamerale d’inchiesta che risalga indietro fino al 2000. Ma sempre ieri il vicesegret­ario del partito Debora Serracchia­ni ha parlato di commission­e di indagine, non di inchiesta. Una differenza non da poco. La commission­e d’inchiesta, della quale in un primo momento aveva parlato lo stesso Matteo Renzi, può acquisire gli atti anche d’ufficio. Quella di indagine no, ascolta le persone coinvolte e si ferma alla ricostruzi­one storica. La proposta pd parla di inchiesta anche perché nelle stesse ore un’iniziativa analoga è stata depositata da Sinistra italiana, i fuoriuscit­i del Pd che si sono uniti a Sel. Ma come andrà a finire è tutto da vedere.

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