Bondi e Repetti vanno con Verdini In Forza Italia prove di tregua
Tutti al brindisi di Natale e alla festa per Carfagna. Ma anche un azzurro passa ad Ala
La tregua natalizia si celebra con un brindisi fra parlamentari e con un affettuoso abbraccio fra i litiganti Brunetta e Romani, mentre in Forza Italia continuano gli addii e restano intatte le preoccupazioni. Silvio Berlusconi per la prima volta diserta cene di fine anno e auguri con deputati e senatori, si limita (lo ha fatto lunedì sera) a un evento in Brianza con militanti e pochi parlamentari. Spiegano i fedelissimi che non c’è polemica, ma solo ragioni di opportunità: «Con 80 persone che stanno perdendo il lavoro nel nostro partito, non è veramente il caso di metterci a brindare o festeggiare», ha detto ai suoi per giustificare l’assenza.
Ma lo scambio di saluti è andato in onda comunque alla Camera e pure al Senato, dopo che già tutti i big si erano riuniti in un ristorante romano per festeggiare i 40 anni di Mara Carfagna, festa a sorpresa organizzata dal compagno Alessandro Ruben. Intanto a Palazzo Madama si assisteva all’ennesimo addio: è passato con Verdini il lombardo Enrico Piccinelli, ma soprattutto Sandro Bondi e Manuela Repetti. Lo storico coordinatore e consigliere di Berlusconi, approdato da mesi al gruppo Misto da dove sostiene il governo, ha scelto con la sua compagna di aderire al partito di Verdini perché la decisione, come spiega Repetti, «rappresenta una logica e naturale conseguenza del nostro sostegno da tempo intrapreso per le riforme costituzionali e l’azione di rinnovamento perseguito dal governo Renzi».
Se in Ala si esulta gli azzurri ostentano indifferenza: «Se ne sono andati da tempo, non cambia niente», dicono i fedelissimi dell’ex premier, che pare a sua volta distante dalle beghe parlamentari che pure lo intristiscono: «Dovremmo evitare di farci del male, i nostri elettori sono come i tifosi: non sopportano che la squadra litighi negli spogliatoi».
Comunque allo stato non si annunciano altre defezioni di peso. Il malessere resta, ma sull’addio di Renata Polverini ( ieri presente al brindisi) scommettono in pochi, come pure in quello di Giorgio Lainati. Se l’esodo proseguirà si vedrà nelle prossime settimane, ma per ora è tregua.
La pace più «fragorosa» è quella fra Brunetta e Romani. Il capogruppo al Senato ieri è stato nuovamente attaccato da Matteo Salvini: «Dice che la Boschi è una statista eccezionale, potrebbe tranquillamente militare nel Pd. Lui sindaco di Milano? Gli elettori di FI non si sentono rappresentati da queste persone». Affondo anomalo verso un esponente di peso di un altro partito, secondo alcuni azzurri dovuto soprattutto a problemi interni della Lega, con Salvini che deve fare la faccia feroce per rivendicare la sua leadership e che a tutto pensa oggi tranne che a un partito unico con FI che pure molti azzurri auspicherebbero. All’affondo replica Brunetta: «Impossibile per Romani iscriversi al Pd, è troppo intelligente. Salvini non lo conosce. Se lo conoscesse
lo terrebbe caro. Litigarci è bellissimo. E anche farci la pace». E se anche Maurizio Gasparri difende il collega — «che sia di centrodestra si capisce dal fatto che non porta orecchini come Salvini » — quel che emerge è che Brunetta, testimonia anche chi non gli è vicino, esce rafforzato.
É piaciuta la sua forza, se è vero che — raccontano — si è difeso dal tentativo di destituirlo, sfidando il capo: «Se vuoi farmi fuori sfiduciami, mettici la faccia, non mandare avanti altri». E Berlusconi, negando ogni coinvolgimento, ha deciso di congelare la situazione. Ritrovandosi con un Brunetta che resta al suo posto e tutti i problemi ancora aperti.
Il duello su Romani Salvini: Romani può stare nel Pd. Brunetta: no, è troppo intelligente