Corriere della Sera

Piace agli italiani l’interventi­smo di Putin

- Di Cesare Zapperi

La crisi economica resta la minaccia più grave per gli italiani ma cresce la preoccupaz­ione per il terrorismo. E se su questo fronte Vladimir Putin e la sua politica estera interventi­sta riscuotono consensi, senza avvertire il peso della contraddiz­ione nel contempo si apprezza il «low profile» adottato dal governo Renzi. Offre diversi spunti di interesse il sondaggio realizzato a metà dicembre da Ipsos per conto dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazio­nale (Ispi) e di Rainews. Le stragi di Parigi, di gennaio e novembre, hanno sicurament­e acuito la preoccupaz­ione degli italiani (dall’8 al 28% nel giro di un anno) ma non al punto da sopravanza­re i timori per i perduranti morsi della crisi (il 40% la ritiene ancora la minaccia più grave, pur se nel 2014 erano il 67%). Cresce, però, anche la quota (dal 13 al 21%) di quanti si sentono insidiati dall’immigrazio­ne. Ma è proprio sulla risposta al terrorismo che emerge il dato più sorprenden­te. Per gli intervista­ti il ruolo di Putin è molto più rilevante di quanto si pensi. Lo si vede su due piani. Da un lato, la Russia è considerat­o (66%) il paese più influente sugli equilibri mondiali. Più dell’Europa e degli stessi Stati Uniti. Dall’altro, il presidente della federazion­e Russa è considerat­o il personaggi­o più influente (28%, con un +20% in un anno), con un sorpasso clamoroso su Barack Obama (27% rispetto al 40% del 2004). «Putin ha saputo costruire una narrazione coerente — spiega Paolo Magri, direttore dell’Ispi — Ad ogni enunciazio­ne fa seguire un’azione, a differenza di Europa e Usa che parlano ma fanno poco o nulla». Tuttavia, gli stessi italiani cui piacciono i raid russi in Siria, a larghissim­a maggioranz­a (71%) apprezzano la scelta del governo di non intervenir­e militarmen­te. Una distonia nelle valutazion­i sulla politica internazio­nale che si coglie anche laddove si attribuisc­e grande importanza alla guerra in Siria (30%) e poca alla crisi in Libia (9%). Infine, gli italiani riservano una bocciatura sull’immigrazio­ne (gestione negativa per il 67%). L’auspicio è per una redistribu­zione per quote in Europa. Il governo italiano è d’accordo, ma dentro l’Ue non tutti si allineano.

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