AZZERIAMO LA PUBBLICITÀ NEI CANALI RAI PER I BAMBINI
Con la legge di Stabilità viene data una soluzione alla « antica » questione della massiccia evasione del canone Rai: lo pagheremo tutti nelle bollette energetiche. Ciò significa che la nostra televisione pubblica si potrà così allineare per questa fonte di ricavi alle «colleghe» pubbliche europee che da sempre soffrono molto meno per la indisponibilità dei cittadini a pagare il «biglietto» (o la tassa) per la televisione di Stato. Non si tratta di cifre ridotte, se si pensa che in Italia in media non ha pagato finora il canone un cittadino su tre, nonostante sia stato peraltro fra i più bassi del Continente (e ora viene anche ridotto dalla legge) contro medie europee inferiori anche a un cittadino su dieci.
Con la svolta dunque la Rai potrebbe fare un notevole salto nei ricavi, che fino a questo momento dipendono per circa un terzo dalla pubblicità. Ed è questo il punto: l’equiparazione per quanto riguarda il garantito incasso del canone con le tv pubbliche di Gran Bretagna, Francia o Germania dovrebbe portare con sé anche un «pari trattamento» riguardo ai tetti pubblicitari, che in Europa sono pari a zero o inferiori a quello italiano. Una riflessione è d’obbligo, visto che si parla di servizio pubblico.
E allora ancora prima di cimentarsi in una ridefinizione complessiva del tetto pubblicitario, è senza dubbio meglio cominciare subito con l’azzeramento dei messaggi promozionali nei canali Rai dedicati ai bambini. Si tratta prima ancora di una iniziativa di bilancio, di un atto di salvaguardia dei diritti dei più piccoli. E anche delle loro famiglie. Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai, ha annunciato in commissione di vigilanza che da maggio la pubblicità dovrebbe sparire da Rai Yoyo e Rai Gulp. Bene: è auspicabile che l’impegno venga rispettato.