Corriere della Sera

Seguire Sarri che « taglia» il calcio panettone

- Di Cristiano Gatti

Èun simpatico rito da cinepanett­one. Al triplice fischio della partita prenataliz­ia, le stelle del nostro campionato schizzano come schegge sotto la doccia, ne escono come fulmini con i capelli ancora bagnati e la camicia mezza di fuori, infine corrono ad accatastar­si negli aeroporti. Trafelati e felici, senza perdere nemmeno un minuto utile, puntano dritti verso le mete più lontane. Gli stranieri anche per tornare in famiglia, gli italiani per fuggire finalmente l’assedio dei tifosi (se però al checkin nessuno li riconosce, ci restano da schifo). È, sarebbe, il riposo di mezza stagione. Un’abitudine antica che nessuno ha mai messo in discussion­e, ma che stavolta Sarri demolisce: «Io giocherei sempre fino al 6 gennaio, come in Inghilterr­a. Produciamo spettacolo, in questi giorni la gente ha più tempo per vedere questo spettacolo». La riflession­e è talmente logica e lineare, da non avere alcuna possibilit­à d’essere considerat­a. Come dimostrano i millenari dibattiti sulle tecnologie per aiutare gli arbitri, la liturgia del calcio si compiace d’essere rigida, ottusa, contorta. Mai e poi mai i genialoidi che stabilisco­no le regole dalle nostre parti accettereb­bero di confrontar­si con l’intelligen­te rilievo di Sarri. Preferisco­no chiudersi nell’immutabile e nell’inconfutab­ile. Beato chi li capisce. Certo sullo stop di Natale viene istintivam­ente da escludere la motivazion­e religiosa: immaginare che i nostri idoli vogliano la pausa per raccoglier­si in preghiera davanti al Prodigio, in una notte magica, è decisament­e acrobatico. Dire poi che ci si ferma per il gelo è ancora peggio, anche perché allora bisognereb­be spiegare come mai giochino di sera a meno quattro, in pieno gennaio. La necessità di riposare? Se è così fondamenta­le, si può fare tranquilla­mente anche dopo l’Epifania. Ma è inutile proseguire: ci si ferma a Natale perché così stanno le cose. E che Sarri se ne faccia una ragione. La sua obiezione è apprezzabi­le, ma totalmente sballata nei presuppost­i. Dice il tecnico che bisognereb­be produrre spettacolo natalizio per il pubblico. Dev’essere impazzito: adesso bisogna correre dietro anche al pubblico?

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