Seguire Sarri che « taglia» il calcio panettone
Èun simpatico rito da cinepanettone. Al triplice fischio della partita prenatalizia, le stelle del nostro campionato schizzano come schegge sotto la doccia, ne escono come fulmini con i capelli ancora bagnati e la camicia mezza di fuori, infine corrono ad accatastarsi negli aeroporti. Trafelati e felici, senza perdere nemmeno un minuto utile, puntano dritti verso le mete più lontane. Gli stranieri anche per tornare in famiglia, gli italiani per fuggire finalmente l’assedio dei tifosi (se però al checkin nessuno li riconosce, ci restano da schifo). È, sarebbe, il riposo di mezza stagione. Un’abitudine antica che nessuno ha mai messo in discussione, ma che stavolta Sarri demolisce: «Io giocherei sempre fino al 6 gennaio, come in Inghilterra. Produciamo spettacolo, in questi giorni la gente ha più tempo per vedere questo spettacolo». La riflessione è talmente logica e lineare, da non avere alcuna possibilità d’essere considerata. Come dimostrano i millenari dibattiti sulle tecnologie per aiutare gli arbitri, la liturgia del calcio si compiace d’essere rigida, ottusa, contorta. Mai e poi mai i genialoidi che stabiliscono le regole dalle nostre parti accetterebbero di confrontarsi con l’intelligente rilievo di Sarri. Preferiscono chiudersi nell’immutabile e nell’inconfutabile. Beato chi li capisce. Certo sullo stop di Natale viene istintivamente da escludere la motivazione religiosa: immaginare che i nostri idoli vogliano la pausa per raccogliersi in preghiera davanti al Prodigio, in una notte magica, è decisamente acrobatico. Dire poi che ci si ferma per il gelo è ancora peggio, anche perché allora bisognerebbe spiegare come mai giochino di sera a meno quattro, in pieno gennaio. La necessità di riposare? Se è così fondamentale, si può fare tranquillamente anche dopo l’Epifania. Ma è inutile proseguire: ci si ferma a Natale perché così stanno le cose. E che Sarri se ne faccia una ragione. La sua obiezione è apprezzabile, ma totalmente sballata nei presupposti. Dice il tecnico che bisognerebbe produrre spettacolo natalizio per il pubblico. Dev’essere impazzito: adesso bisogna correre dietro anche al pubblico?